19 marzo 2024
Aggiornato 05:00
Manifestazione 2 giugno

Giorgia Meloni convince gli alleati e manda un messaggio al Governo: «La pazienza è finita»

Il Presidente di Fratelli d'Italia: «La manifestazione sarà un momento di unità. Su luogo e modalità ci stiamo lavorando, bisogna usare fantasia. Libertà piazza non la concede Conte ma la Costituzione»

Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini
Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini Foto: ANSA

ROMA - «Il 2 giugno, insieme come centrodestra, vogliamo dare voce al dissenso degli italiani. Vogliamo dare voce a quell'Italia che non crede più nelle promesse di questo Governo, che ancora deve pagare la cassa integrazione, che non ha ancora fatto vedere un euro alle imprese e che intanto pensa a regolarizzare gli immigrati clandestini o a far uscire i boss dal carcere, come è accaduto in queste settimane». Lo afferma in una nota la leader di Fdi, Giorgia Meloni, al termine del vertice del centrodestra.

«Noi vogliamo dire - aggiunge - che la pazienza è finita. Vogliamo farlo in nome e per conto dei milioni di italiani che vogliono manifestare il loro dissenso e lo faremo ovviamente rispettando le regole». A chi le chiede se sia stato trovato il posto e decise le modalità per svolgere l'iniziativa, risponde: «Ci stiamo lavorando. In momenti come questi bisogna far fruttare la fantasia».

«Libertà piazza non la concede Conte ma la Costituzione»

«La possibilità di manifestare non la concede il presidente del Consiglio, è prevista dalla Costituzione. Non lo consente Conte di manifestare, ma la Costituzione. Siamo in democrazia». Aggiunge la Meloni: «Che un presidente del Consiglio dica 'io vado in Parlamento' come se fosse una sua concessione la dice lunga sull'idea che Conte ha di sé stesso. Non ci fa la concessione di venire ad ascoltare il Parlamento. Al presidente Conte non è chiaro questo elemento fondamentale».

«Stato difenda aziende italiane, ma no al socialismo reale»

E' giusto che lo stato difenda le imprese italiane, ma bisogna evitare interventi da «socialismo reale. E' fondamentale in questa fase che lo Stato ci sia, per fare in modo che i nostri gioielli di famiglia rimangano italiani». Dunque, «giusto che lo Stato intervenga, ma non applicando il socialismo reale. Intervenga con delle risorse, aiutando quelle aziende, ma non dirigendo le aziende».

«Tassare colossi web in base al numero di accessi»

«L'economia italiana è stata messa in ginocchio dall'emergenza Coronavirus, migliaia di imprese non hanno ricevuto alcun aiuto e non ce la faranno a riaprire, tutte le altre dovranno combattere ancora di più contro tasse e burocrazia. Però c'è chi invece è riuscito a fare grandi affari con il Covid, come i colossi del web che continuano a lucrare in Italia ma a pagare le tasse all'estero. Ora basta, la situazione è diventata insostenibile, il Governo prenda in considerazione la proposta di Fratelli d'Italia per far pagare i colossi del web in base al numero di accessi nelle loro piattaforme».