29 marzo 2024
Aggiornato 06:00
Lega

Matteo Salvini: «Di Maio e Grillo disperati. Pronto ad accogliere il popolo grillino tradito»

Il leader della Lega intervistato dal Corriere della Sera: «Il Movimento mi pare sulla via dell'esaurimento. Le nostre porte sono aperte. Sardine? In tutto il mondo si protesta contro chi governa»

Il leader della Lega, Matteo Salvini
Il leader della Lega, Matteo Salvini Foto: ANSA

ROMA - Il nuovo patto tra M5S e Pd sponsorizzato da Beppe Grillo «è l' ultimo tradimento, quello fatale, del popolo grillino. Quello che voleva il cambiamento ed ora si ritrova stretto in un abbraccio mortale con il simbolo dei poteri forti, il Pd. Il Movimento mi pare sulla via dell'esaurimento. Queste scelte sono contro la sua storia». A sottolinearlo è il leader della Lega, Matteo Salvini, in un'intervista al Corriere della Sera.

«Grillo e Di Maio disperati»

«Le nostre porte sono aperte ma ne parlerò solo a cose fatte - assicura Salvini - sono alla disperazione. Peraltro, Grillo era già intervenuto, facendo valere la sua volontà, in estate quando si trattò di dare vita al governo Conte II. Evidentemente, mi viene da dire, l'ex comico deve difendere i suoi interessi. E magari stringendosi al Pd pensa di riuscire a portare Romano Prodi al Quirinale. Ma non è questo che mi preoccupa di Grillo...».

Un'ultima battuta la riserva al movimento della «sardine» che lo insegue nelle piazze: «L’unica cosa che mi lascia perplesso è che scendano in piazza contro l’opposizione. In tutto il mondo si protesta contro chi governa».

«Se vinciamo in Emilia Romagna governo dovrà tenerne conto»

«Se dopo l'Umbria anche l'Emilia Romagna dopo 50 anni deciderà di finirla lì con una sinistra che negli ultimi anni si è seduta, è chiaro che il Governo nazionale ne dovrà tenere conto, io spero però che non si trascinino fino la 26 gennaio senza nulla fare». Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, a Rtl. Quanto a un patto con il Pd per andare al voto subito in caso di vittoria del centrodestra alle prossime elezioni regionali, Salvini ha spiegato: «Io non so niente, non sto parlando col PD, con Renzi, coi Cinque Stelle, stiamo lavorando per tornare più preparati e determinati di prima al Governo quando gli italiani voteranno, perché abbiamo commesso degli errori nel nostro anno di Governo quindi sto studiando, incontrando, ascoltando, sto crescendo perché non si finisce mai di imparare».

«E' vero - ha sottolineato - che al 26 gennaio mancano 63 giorni e il voto di Emilia Romagna e Calabria sarà un voto potenzialmente storico, perché se dopo l'Umbria anche l'Emilia Romagna dopo 50 anni deciderà di finirla lì con una sinistra che negli ultimi anni si è seduta, è chiaro che il Governo nazionale ne dovrà tenere conto, io spero però che non si trascinino fino la 26 gennaio senza nulla fare. Penso a Roma, oggi è il quinto giorno consecutivo di lite tra la Raggi e Zingaretti sui rifiuti, si danno la colpa a vicenda e l'ordine dei pediatri lancia l'allarme medico per i bambini. Mi rifiuto quindi di pensare che per i prossimi 63 giorni il governo PD-Cinque Stelle andrà avanti a litigare. Io non dico che sia colpa della Raggi o di Zingaretti però chi fa il sindaco?, la Raggi, chi fa il Governatore? Non so dove trovi il tempo di farlo, Zangaretti. Il problema dei rifiuti è risolto? No. Vanno a fermare la discarica a breve e dove mettono i rifiuti? La Raggi ha detto 'ne mandiamo un po' a Civitavecchia'. Ma vi sembra normale nel 2019 spargere rifiuti in mezza Roma condannando romani alle malattie per incapacità di un sindaco e di un governatore? Spero non aspettino il 26 gennaio per accorgersi che sono inadatti entrambi».

Urso (FdI): con Grillo da 5 Stelle a «stella rossa»

«Chissà perché Beppe Grillo abbia ritenuto di rassicurare la Cina sulla tenuta del governo Conte, dopo l'incontro con Di Maio. Da Cinque Stelle a Stella Rossa». È quanto scrive in un Twitter il senatore di Fratelli d'Italia e vice presidente del Copasir Adolfo Urso, in merito ai colloqui del leader di Ms5, Beppe Grillo, con l'ambasciatore Li Junhua nella sede dell'Ambasciata di Cina a Roma, subito dopo l'incontro che lo stesso Grillo ha avuto con il ministro degli Esteri Di Maio.