19 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Roma

«O ti ammazzi, o lo facciamo noi»: Shaila picchiata a sangue dai genitori islamici per un selfie

17 anni, cresciuta a Roma, e colpevole secondo i suoi genitori di essere troppo «occidentale»

ROMA - «O ti ammazzi, o lo facciamo noi»: così i genitori musulmani minacciavano la figlia minorenne colpevole, secondo loro, di essere troppo «libertina»«occidentale». Shaila, figlia di una coppia originaria del Bangladesh, veniva regolarmente picchiata, insultata e vessata da padre e mandre perché, cresciuta a Roma, non voleva adattarsi allo stile di vita dell’islam più radicale. Poi una notte il padre scopre sua figlia al telefono mentre sta mandando foto al fidanzatino, che vive lontano. Foto innocenti, ma giudicate troppo osé e inaccettabili dall'uomo che, brandendo un coltello e cercando con l’aiuto della moglie di strapparle il cellulare di mano, le grida: «Non abbiamo bisogno di una figlia come te. O ti ammazzi, o lo facciamo noi».

La fuga
La ragazza riesce a proteggersi con un cuscino, ma i due genitori non demordono, la accerchiano, le avvolgono un foulard attorno al collo, le tappano la bocca e la immobilizzano, poi iniziano a darle calci e pugni fino a quando non cede il cellulare. La madre tenta persino di morderla su una spalla. Il padre vuole la password. Vuole vedere tutto, messaggi e foto. Shaila trova il coraggio e scappa in strada.

Ritrovata dai carabinieri, denuncia tutto
È ormai quasi l’alba, la ragazza è in strada disperata quando viene vista da una pattuglia dei carabinieri. I militari ascoltano il suo racconto, vedono i segni sul suo corpo, la portano al pronto soccorso dell’ospedale San Filippo Neri, dove i medici le diagnosticano 20 giorni di prognosi per le ferite e le ecchimosi riportate a causa delle botte prese dai genitori. Gli uomini dell’Arma vanno a casa della ragazza, dove trovano il cuscino lacerato dal coltello usato dal padre e il foulard con cui volevano strozzarla. Ora Shaila vive sotto protezione ed è stata allontanata dalla famiglia che volava «raddrizzarla».