23 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Lavoro

Si lavora a un contratto 'per i rider'. Di Maio: «Dobbiamo salvare un'intera generazione»

Nuovo tavolo al ministero del Lavoro già in settimana tra società di delivery e sindacati. Obiettivo: inserire una norma ad hoc nel decreto dignità

ROMA - «Lavoriamo a un contratto collettivo nazionale per i rider». Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, al termine del tavolo sui rider al ministero del lavoro. «Siamo molto avanti su questo - ha aggiunto nel corso di una conferenza stampa - può diventare il primo contratto collettivo in Europa sui rider. Ci sarà una concertazione ad oltranza - ha riferito Di Maio - riconvocheremo un tavolo questa settimana». L'obiettivo, ha aggiunto Di Maio, è quello di procedere il «più rapidamente possibile puntando a inserire una norma nell'ambito dell'iter di conversione del decreto dignità». Perché «quella dei rider - ha spiegato il capo politico del Movimento 5 stelle - è una generazione abbandonata che non ha neanche le tutele minime. Abbiamo davanti due strade: la prima è una norma nel dl decreto dignità che andrà a disciplinare le tutele minime, la seconda strada è quella della concertazione, cioè mettersi attorno a un tavolo per trovare una soluzione».

Compenso orario minimo e tutele Inps e Inail
L'obiettivo, ha sottolineato il ministro, è quello di prevedere: un compenso minimo orario, tutele Inps e Inail, «il diritto a non dipendere da un algoritmo», un contratto con chiari dettagli nel rapporto contrattuale. «Lavoreremo a partire dalle tutele per poi arrivare alla natura del contratto», ha aggiunto il titolare del ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico. «Puntiamo a un contratto innovativo che deve riuscire a rispondere alle esigenze di queste nuove tipologie di lavoro». Il ministro si è detto «contento di come sia andato il tavolo» ma consapevole che «è solo l'inizio, ma non era scontato. Nei prossimi giorni sentiremo le parti per le loro proposte e spero il prima possibile, puntiamo a inserire una norma nell'ambito dell'iter di conversione del dl dignità, per arrivare a una soluzione». Al tavolo, ha riferito Di Maio, «erano presenti tutte, ma proprio tutte le compagnie di food delivery».

Ok dalla Francia per un contratto 'italiano'
Di Maio ha riferito inoltre che su queste tematiche ha avuto «la disponibilità del ministro del lavoro francese». Infatti, ha sottolineato, «c'è la volontà di proseguire insieme con la Francia». A proposito della differenza fra le aziende di food delivery italiane e le multinazionali estere di Maio ha precisato: «Io sono sempre per difendere e tutelare le aziende italiane, ben vengano gli investimenti in Italia, ma il principio generale è il rispetto dello Stato italiano: l'aria è cambiata, la musica è cambiata». Il ministro ha quindi insistito sul fatto che la precarietà si combatte con «l'abbassamento del costo dei contratti» e ha riferito che «stiamo lavorando per inserire nella legge di bilancio una riduzione del costo del lavoro».

I sindacati. Barbagallo (Uil): «Soluzione prima dei 60 giorni»
Sulla questione dei rider «oggi si è fatto il primo passo. Il ministro ha detto che ci sono 60 giorni di tempo, prima della conversione in legge del decreto dignità, speriamo di usarne meno per trovare una risposta per questi giovani anche sul tema della salute e della sicurezza» ha affermato il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, nel corso di una conferenza stampa al termine del tavolo al ministero del Lavoro. «Abbiamo apprezzato questa convocazione che parte da una richiesta delle associazioni di riders: si tratta di nuovi lavori che possono trovare una soluzione nella contrattazione già effettuata. Bisogna capire che tipo di interventi sono necessari, per esempio per i mezzi propri che usano i rider, come le biciclette e gli smartphone. Alcune aziende sostengono che si tratta di lavoratori autonomi, per noi sono subordinati». Uno dei problemi potrebbe essere «il costo del lavoro per le aziende che operano in questo settore. Abbiamo proposto di usare anche la leva fiscale per ridurre eventualmente il costo del lavoro in questo settore ed evitare che aziende multinazionali abbandonino il Paese».

Furlan (Cisl): «Assurdo che ci siano lavoratori senza diritti»
L'incontro sui rider è stato giudicato «molto positivo» anche da Annamaria Furlan, leader della Cisl. «Valuto positivo anche che il primo incontro che abbiamo fatto con il ministro come segretari generali sia stato sul tema dei rider. Un lavoro che generalmente è svolto da giovani, donne e uomini, che ormai ha preso una consistenza assolutamente significativa». La necessità «è dare tutele a questi lavoratori, che oggi ne sono quasi totalmente sprovvisti: diritto alla maternità, alla malattia, versamenti pensionistici». Nei prossimi giorni, ha spiegato, «il ministro ci ha chiesto di essere disponibili a convocare un tavolo per definire quali tutele, e di conseguenza quale forma contrattuale, un contratto ex novo per questi lavoratori oppure dentro i contratti nazionali delle nostre categorie, in particolare quello dei trasporti, queste figure dei rider potrebbero trovare il loro riconoscimento contrattuale».