26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Movimento 5 stelle

Vendere due canali Rai: il piano di Grillo per cambiare la tv italiana

Il fondatore del Movimento 5 stelle lancia una sorta di 'edito' nascondendosi dietro la finestra della sua stanza d'albergo. Ma Di Maio frena il 'leader'

ROMA - «Rai Tre, Rai Due, Rai Uno: due saranno messe sul mercato e una senza pubblicità». Senza apparire, senza mostrarsi, senza farsi vedere in volto, Beppe Grillo da una finestra socchiusa nel centro di Roma, quella della sua stanza dell'hotel Forum, lancia il suo proclama, che sa tanto di 'editto', sulla televisione pubblica. Così, a pochi giorni dalla sortita di Luigi Di Maio sul «censimento dei raccomandati Rai», rilancia uno dei temi caldi per il governo Lega - Movimento 5 stelle, che per ora ha rinviato il nodo delle nomine Rai. «Questo dice 'l'Elevato' e accontentatevi di questo, grazie», si limita a dichiarare Grillo, che dalla Rai fu allontanato negli anni '80. Il fondatore del Movimento torna quindi alla sua vecchia idea, quella di andare verso la privatizzazione parziale della tv di Stato.

Il piano del Movimento 5 stelle sulla Rai
Tre i punti centrali della riforma che ha da tempo in mente il Movimento 5 stelle per la tv pubblica. In primis, l'indipendenza della Rai dalla politica su ispirazione del modello della BCC, dove a capo c’è una fondazione con le quote dell’azienda che verrebbero cedute a un organismo terzo. Secondo punto: la Rai dovrebbe finanziarsi solo tramite il canone e la vendita dei propri prodotti audiovisivi. Terzo punto, il taglio dei canali: secondo i piani ne rimarrebbero solo 5 invece al posto degli attuali 12: due generalisti, uno di news, uno di sport e uno di cultura. L'intervento del fondatore del Movimento 5 stelle, però, apre ora nuovi scenari. Nel suo editto infatti non c'è alcun riferimento ai '5 canali', come se considerasse solo RaiUno, RaiDue e RaiTre. E due di questi dovrebbero essere messi sul mercato, alla ricerca del miglior offerente. Il terzo, che resterebbe quindi il solo canale di Stato, dovrebbe totalmente essere autofinanziato dal canone, senza quindi alcuno spot pubblicitario.

Di Maio frena : «Per ora stop a lottizzazione Rai»
Quella della Rai con due reti sul mercato e una senza pubblicità, avanzata da Beppe Grillo «era una vecchia proposta del movimento Cinque stelle nel programma del 2009. Per ora nel contratto di governo abbiamo inserito esclusivamente che la Rai non vada più lottizzata». Lo ha detto il ministro del Lavoro e dello sviluppo economico Luigi Di Maio al Festival del lavoro di Milano. «La smetteremo con persone di partito all'interno del cda, il direttore generale, presidenti e direttori dei tg. Deve tornare un po' di merito in Rai, so che è una grande sfida ma è la vera sfida culturale. Se l'industria culturale del nostro e paese ricomincia a fare cultura e non si mette a lavorare per i partiti allora quell'azienda cambia la cultura di tutto il paese», ha concluso Di Maio.