Consultazioni, Salvini furioso per il no di Berlusconi ai Cinque Stelle
La chiusura di Berlusconi a un governo con M5S - dopo l'anatema lanciatogli da Di Maio - ha fatto infuriare Matteo Salvini. E il tempo stringe

ROMA - «Alle prossime consultazioni è giusto andare divisi. È vero che siamo una coalizione ma è altrettanto vero che bisogna rispettare il mandato degli elettori che hanno dichiarato che è giusto che ci siano tre gruppi parlamentare: Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia. Ed è giusto che a Mattarella si diano le opinioni dei tre leader che compongono la coalizione». Ad annunciarlo Gian Marco Centinaio, capogruppo al Senato per la Lega, ai microfoni di Agorà, condotto da Serena Bortone, in diretta su Rai Tre. Perché divisi, se tutti i leader sono assolutamente concordi nel salvaguardare l'unità del centrodestra? La domanda non è di poco conto, soprattutto dopo che, a poche ore dalla chiusura del primo round di consultazioni, i giornali parlano di un nuovo strappo tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Causato dalla preclusione del Cavaliere ad avere a che fare con il Movimento Cinque Stelle, che proprio su di lui nei giorni scorsi aveva lanciato il suo anatema.
Salvini furioso con Berlusconi
«Berlusconi si sta mettendo fuori dai giochi. Non erano questi gli accordi su cosa dire alle consultazioni». «Capisco la sua reazione agli atteggiamenti e ai veti di Luigi Di Maio ma in questo modo, chiudendo in maniera così netta ai 5Stelle, rende tutto più complicato. Pensa di favorire un’apertura del Pd, ma se i democratici apriranno lo faranno ai grillini, certo non verso di noi»: sarebbe stata questa la reazione di Matteo Salvini, alla chiusura netta di Berlusconi a un governo "in cui prevalgano l'invidia e l'odio sociale, il pauperismo, il giustizialismo». Chiaro riferimento, naturalmente, al Movimento Cinque Stelle, che altrettanto chiaramente aveva dichiarato che gli unici due partiti con cui interloquire sarebbero stati Lega o Pd.
La reazione dei leghisti
Concordi con Salvini diversi esponenti leghisti. Berlusconi, secondo Armando Siri, «avrebbe dovuto volare alto e mantenere un atteggiamento da statista: sembra invece che in Forza Italia sia prevalsa una vecchia linea politica, quella di Gianni Letta». Per Giancarlo Giorgetti, vicesegretario con delega alle trattative per il governo: «Berlusconi ha messo un punto fermo rispetto al fatto che il M5s non deve andare al governo. Ma hanno preso il 32%, è difficile tenerli fuori in una fase come questa. Secondo me tatticamente Berlusconi ha sbagliato, ha alzato la palla a Di Maio che l’ha semplicemente schiacciata. Di Maio ha avuto gioco facile oggi pomeriggio ed è finito il cinema». Il momento, insomma, è delicato. Perché, se il centrodestra non si decide, rischierà di ritrovarsi all'opposizione di un governo M5S-Pd. Forse un po' meno improbabile di quanto si pensi.
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