Zingaretti lancia il «Manifesto per un nuovo Pd». Primo "comandamento": tornare nella vita reale
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti in un lungo articolo sul Foglio lancia le linee guida per il Pd post-4 marzo

ROMA - «E' del tutto evidente che il nostro posto è all'opposizione; anche se non dobbiamo smettere neppure un momento di fare politica», «occorre per questo battagliare senza cedimenti sui contenuti e sui valori con le forze politiche che hanno vinto e che hanno il dovere di proporre una soluzione per il governo dell'Italia; e allo stesso tempo, avere coscienza che l'elettorato che si è spostato sui vincitori è in grande parte un nostro elettorato che progressivamente dobbiamo saper riconquistare e con il quale dobbiamo instaurare un dialogo». E' quanto scrive il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in un lungo articolo sul Foglio di oggi intitolato «Manifesto per un nuovo Pd». Zingaretti ribadisce di essere «impegnato a dare una mano» alla rinascita del partito.
Vita reale
«Se dovessi dire dunque - spiega Zingaretti -, non i programmi, ma i punti di riferimento sui quali muoversi, per aprire una fase nuova e partecipata di rigenerazione profonda del campo di forze politiche, sociali, culturali associative del centrosinistra, in modo sintetico li indicherei così: A) Rimmergere il partito nella vita reale. Non serve un generico appello a stare tra la gente. Così come siamo servirebbe a poco. Serve il preciso obiettivo politico di una forma partito nuova, in grado di superare apparati burocratici, pratiche autoreferenziali e correntismo di potere. B) Il lavoro di questo nuovo partito deve recuperare un punto di vista critico. Noi esistiamo per cambiare le cose nel senso di una maggiore giustizia e di una liberazione delle energie migliori della societa'; l'apertura massima ad un confronto continuo e di massa sulle scelte programmatiche, tattiche o di governo che via via dobbiamo compiere, deve, dunque, intrecciarsi con la riaffermazione di un nostro sistema di valori».
Al centro la questione europea
E poi: «C) Al centro di tutto si deve collocare la questione europea. D) Occorre rifondare un campo perchè la crisi riguarda tutti. Non confondere il giusto orgoglio di partito con l'errore dell'arroganza e la presunzione. Non tutto ciò che non è Pd è nostro avversario. Nei territori e nella societa', questo e' sempre piu' evidente, vivono le forme piu' diverse di aggregazione sociale, politica, liste civiche e associazioni, sindaci indipendenti che rappresentano una immensa ricchezza della democrazia e possono rappresentare un valore aggiunto importante se coinvolte, nel modo giusto, piu' direttamente in un campo politico. Un Pd isolato ci condanna (come purtroppo sta avvenendo) solo alle sconfitte».
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