23 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Terremoto

FOTO|Amatrice, la Vespa di Simone: "E' ripartita, dopo un anno e mezzo sotto le macerie"

La storia di una famiglia rimasta colpita dal sisma in cui è rimasta vittima la nonna: oggi un piccolo segnale di speranza è arrivato dai resti del loro palazzo

ROMA - Neve, fango, pioggia, intemperie: un anno e mezzo passato sotto i resti del palazzo crollato. Eppure la Vespa 50 è ripartita come se niente fosse, quasi per ridare coraggio a una famiglia che per colpa di quel terremoto ha visto morire la propria amata nonna. E' una storia commovente quella che arriva da Amatrice: a raccontarla è Alessia, sfuggita per miracolo alla tragedia del 24 agosto 2016 assieme al fratello e alla sorella. L'altro fratello, più piccolo, era rimasto coi genitori e, appunto, la nonna: "Era la casa dove da anni passavamo le vacanze estive». Solo dopo un anno e mezzo il Comune li ha chiamati per smantellare la casa distrutta. 

"Il nostro turno"
 "Dopo ben una anno e mezzo - racconta Alessia con un pizzico di amarezza - siamo stati contattati dal comune di Amatrice perché era arrivato il turno dello smantellamento del nostro palazzo, sito in Via Rosei, esattamente una parallela del corso di Amatrice, crollato il 24 Agosto con il terremoto. Questa mattina i miei genitori con i miei zii e i miei due fratelli maschi Vittorio e Simone, partiti all’alba da Roma, si sono recati ad Amatrice e «scortati» da Vigili del Fuoco e Protezione Civile, sono entrati nella zona rossa dove nel corso della mattinata hanno smaltito le macerie e quello che restava del nostro palazzo".

"Un passo indietro"
"Quel 24 Agosto - racconta ancora Alessia - i miei genitori con mia nonna e mio fratello più piccolo Simone erano ad Amatrice ancora in vacanza, nella casa dove da anni passavamo le vacanze estive. Io e gli altri due miei fratelli Costanza e Vittorio il giorno prima eravamo fortunatamente ripartiti per Roma. Durante quella maledetta notte tutti e 4 sono rimasti sotto le macerie, uscendone miracolosamente illesi in 3; Mamma, Papà e Simone. Nonna purtroppo non ce l’ha fatta. Tutto questo per raccontare che mio fratello Simone, da sempre appassionato di modellismo, di meccanica e sopratutto ottimo inventore e manovale quella stessa estate con l’aiuto di mio padre aveva «costruito" una vespa, una 50 special e aveva deciso di affrontare con la sua creazione la traversata Roma/Amatrice per godersela tra i monti della Laga».

Il terremoto
"La sera prima, Simone aveva parcheggiato lo scooter nell’androne del palazzo: in seguito al sisma, era rimasta sotto le macerie e della Vespa non si è mai più saputo nulla. Sicuramente - sottolinea Alessia - non era la priorità in quel momento, ma visto l’impegno e la passione che ci aveva messo Simone per crearsela sarebbe sicuramente stato contento se fosse riuscito a recuperarla. Abbiamo provato a chiedere più volte ai vigili del fuoco ma fino a quel momento riuscivano a vederla solo in lontananza in fondo all’androne che era l’unica cosa rimasta in piedi della casa»
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«E' tornato il sorriso"
Dopo un anno e mezzo, dunque, la famiglia è stata invitata a riprendere le sue cose: "Questa mattina, dopo che con le ruspe hanno levato le prime macerie, sono finalmente arrivati alla famosa Vespetta, riconsegnandola finalmente a Simone, emozionantissimo. La cosa incredibile è che dopo tutto questo tempo sotto le macerie, sotto intemperie, nave, fango, si è accesa ed è anche partita. E’ stato davvero incredibile, e la cosa più bella è rivedere sorridere Simone»
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