Gentiloni: «Sui migranti l'Ue non può essere à-la-carte»
Il presidente del Consiglio intervenendo al World economic Forum di Davos: «Ognuno deve avere un obbligo minimo di solidarietà da rispettare»
ROMA - No all'idea di una Unione europea «à-la-carte», in cui alcuni Stati non si assumono la responsabilità nella gestione dei flussi migratori. Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, intervenendo al World economic Forum di Davos alla sessione dedicata alla stabilizzazione del Mediterraneo. Gentiloni, rispondendo a una domanda, ha ammesso che «la mancanza di una politica comune è veramente un problema serio» e che è incredibile che il problema sia emerso solo nel Consiglio europeo dell'aprile 2015, chiesto da Matteo Renzi, dopo il «terribile naufragio» nel Mediterraneo. La questione dell'Africa e dei migranti, ha aggiunto, adesso «è centrale nel nostro dibattito ma non è centrale nel nostro budget». «Abbiamo bisogno di più cooperazione e investimenti e la qualità di questa cooperazione è la chiave», ha aggiunto.
Ognuno deve avere un obbligo minimo di solidarietà da rispettare
Per quanto riguarda l'Europa, i Paesi che hanno la stessa posizione, «devono avere una politica comune» e allo stesso tempo non va accettata l'idea che alcuni Paesi hanno di una Ue «à-la-carte», soprattutto alla vigilia della discussione sul bilancio. «Ognuno - ha concluso - deve avere un obbligo minimo di solidarietà da rispettare».
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