19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Immigrazione

Goldman Sachs ammette: l'Italia, il Paese degli sbarchi, è il meno adatto ad assorbire i migranti

L'Italia, il Paese degli sbarchi per eccellenza, è tra gli Stati europei meno adatti ad accogliere e assorbire nel proprio tessuto sociale ed economico i migranti. L'impietosa fotografia emerge da uno studio condotto da Goldman Sachs

ROMA - Da quando, nel 2015, la crisi migratoria ha mostrato i suoi picchi inauditi, con barconi pieni di disperati che si riversavano sulle coste di Italia e Grecia, è stato quasi subito chiaro che quella sfida che l'Unione europea aveva davanti a sé ne avrebbe potuto decretare il fallimento. Così è stato: l'Europa si è dimostrata incerta e divisa nell'affrontare la crisi, e, incapace di trovare soluzioni condivise, troppo spesso ha lasciato sola l'Italia nel gestire quello che, più che un'emergenza, è da considerarsi ormai un fenomeno strutturale. Così, la decisione della maggior parte dei Paesi europei di chiudere le frontiere al flusso di rifugiati ha obbligato Roma a far fronte da sola agli sbarchi e poi alle nuove presenze, per di più sgradite a molti italiani, mentre le relocation promesse nel 2015 stentano ancora oggi a decollare. Finché si tratta di salvare vite umane, l'Italia ha dimostrato con orgoglio la generosità che l'ha sempre contraddistinta. Ma il nostro Paese è in grado di offrire un futuro a chi arriva, fuggendo da guerra o povertà? Un nuovo studio appena pubblicato da Goldman Sachs sostiene di no: «l’Italia», scrive, «è il Paese meno adatto ad assorbire i migranti. Ciò si deduce sulla base di tre indici di integrazione: integrazione economica; integrazione sociale; e efficacia delle politiche».

Il Paese designato ad accogliere è il meno adatto a farlo
L’Italia, spiega Goldman Sachs, è divenuta meta principale dei flussi migratori trans-mediterranei e presto si troverà di fronte alle elezioni politiche. La Goldman ha aggiunto che il successo dell’integrazione è importante per le sue previsioni macroeconomiche. Perché la maggioranza dei flussi migratori verso l'Europa quest’anno si è concentrata al centro del Mediterraneo, in direzione del Belpaese, che però è già sotto forte pressione economica e politica «per via delle scarse finanze pubbliche, e per l’ascesa dei populismi a ridosso delle elezioni dell’anno prossimo». Da questo punto di vista, sostiene GS, il Paese «designato» ad accogliere la maggior parte dei migranti giunti via mare è anche il meno adatto a farlo. Lo dimostrano una serie di indicatori socio-economici, che offrono l'esatta fotografia della situazione.

L'integrazione economica
L’integrazione economica, definita come rapporto tra i corrispondenti tassi di disoccupazione immigrati/nativi, risulta particolarmente bassa in Italia, Grecia, Spagna e Ungheria. Questi Paesi hanno un alto tasso di disoccupazione diffuso tra la popolazione, ma il problema grava sugli immigrati in maniera sproporzionata. Nel Regno Unito, invece, il gap di disoccupazione immigrati/nativi è decisamente più basso. Se Spagna e Grecia hanno il livello più basso di integrazione, con il più ampio gap immigrati/nativi, l’Italia e l’Ungheria mostrano invece il più basso tasso di integrazione economica a più lungo termine, con i migranti di seconda generazione in condizioni mediamente peggiori dei loro genitori. In questi quattro Paesi, la disoccupazione colpisce in modo sproporzionato la popolazione immigrata, e la seconda generazione chiaramente non riesce a recuperare lo svantaggio

L'integrazione sociale
L’integrazione sociale, stimata approssimativamente sulla base di informazioni sull’atteggiamento dei cittadini nei confronti dell’immigrazione, è decisamente più bassa nei Paesi più colpiti dalla crisi migratoria, che vivono in una sorta di «allarme» permanente. Dalle indagini effettuate, appare subito evidente come l’Ungheria sia il Paese socialmente più ostile ai migranti, subito seguita da Italia e Grecia. Dal punto di vista economico e sociale, dunque, l'Italia è uno dei Paesi più inospitali in assoluto per i migranti.

Efficacia delle politiche
Quindi, Goldman Sachs ha valutato anche l’efficacia delle politiche adottate, attraverso indagini indipendenti basate sull'indicatore «Migration Integration Policy Index» (MIPEX) misurato dal Migration Policy Group e dal Barcelona Centre for Inter. L'efficacia delle politiche è risultata più bassa in Grecia e in Ungheria. Nel 2013 la Grecia ha approvato una legge che impedisce agli immigrati di votare alle elezioni nazionali, mentre l’abrogazione di leggi sulla cittadinanza per i nati sul territorio ha lasciato diversi bambini nati in Grecia in un limbo legislativo. In Italia, in questo caso, la situazione è decisamente migliore: il MIPEX rileva come negli ultimi tempi si siano fatti passi avanti verso un'integrazione legare e di diritto. Nonostante ciò, permangono molte difficoltà, soprattutto sul fronte del lavoro, che per molti migranti è decisamente sottoqualificato, o addirittura è nero.

La sentenza di Goldman Sachs
Sulla base di questi indicatori, GS conclude che l'Italia sia tra le nazioni europee meno adatte ad accogliere e integrare i migranti: «Complessivamente, l’Italia ha una minore capacità di assorbimento dei migranti rispetto ad altri Stati europei». E nonostante la Goldman ribadisca il concetto per cui «l’arrivo di migranti in Italia potrebbe apportare benefici economici nel lungo periodo ed offre un modo per contrastare il problema demografico del Paese», tuttavia riconosce che «per poter sfruttare tali benefici è necessaria un’efficace integrazione economica e sociale». Precondizione difficilmente realizzabile visti i dati esposti dall'indagine.