25 settembre 2023
Aggiornato 13:00
Enti locali

Torino, «fortunato chi parla arabo»: al Museo Egizio se sei straniero entri con lo sconto

Non solo arabo: il museo torinese aprirà le sue porte con lo sconto del 2x1 per chi parla “altre lingue”, o che proviene “da altre culture”. Insomma “stranieri” da includere, come ha spiegato l’assessore alla cultura del comune di Torino, Francesca Leon, che ha risposto all’interpellanza presentata dal consigliere della Lega, Fabrizio Ricca

TORINO – Non solo arabo: il Museo egizio di Torino aprirà le sue porte con lo sconto del 2x1 per chi parla «altre lingue», o che proviene «da altre culture». L'importante è che non siano italiani, ma «stranieri» da includere, come ha spiegato l’assessore alla cultura del comune di Torino, Francesca Leon, che ha risposto all’interpellanza presentata dal consigliere Fabrizio Ricca sull'iniziativa pro-arabi lanciata dall'istituto sotto la Mole.

Leon: «Altre lingue e altre comunità»
«Il progetto portato avanti dal Museo Egizio è di grande inclusione sociale e ne esistono pochi esempi in Italia. In Provincia di Torino», ha detto Leon a fine gennaio, «vivono 33.454 persone di lingua araba, 24.114 abitano nel capoluogo piemontese, 4.700 sono egiziani e l’82% del totale non è mai entrato in un museo. E’ molto importante costruire un legame con queste comunità. Il progetto verrà ripetuto con altre lingue e altre comunità: continueremo a lavorare sull’inclusione».

Ricca: «Per gli italiani nessuno sconto»
A metà dicembre la questione era stata sollevata dal consigliere della Lega Nord, che aveva commentato: «Non si capisce perché un museo che non prevede giornate di ingresso gratuito, non prevede ingressi ridotti per anziani o insegnanti, trincerandosi dietro la scusa che sarebbe 'un museo privato', come mi è stato risposto dal centralino prenotazioni, abbia avuto questa alzata d’ingegno. Verrebbe da dire: 'Fortunato chi parla arabo, e sfigati quelli che parlano altro'. Invece di rincorrere sparate pubblicitarie radical chic, il Museo si attivi per permettere ai tanti torinesi che non se lo possono permettere di scoprire un vanto della Città».