Caso Berdini-Raggi, così l'audiogate ha trasformato l'assessore dell'Urbe in un «condannato a morte»
Dopo la diffusione dell'audio dell'intervista-colloquio tra il giornalista de La Stampa, Federico Capurso, e l'assessore all'Urbanistica di Roma, Paolo Berdini, il destino del professore nella giunta Raggi sembra segnato
ROMA – L'audiogate Berdini-Raggi ha travolto all'improvviso l'assessore all'Urbanistica dell'Urbe e, oltre a mandare in scena l'ultimo psicodramma capitolino, ne ha deciso anche la sorte.
Un dead man walking alla giunta Raggi
Dead man walking è un vecchio film diretto da Tim Robbins nel lontano 1995 e in queste ore il suo titolo fa venire in mente il nome dell'assessore all'Urbanistica dell'Urbe, Paolo Berdini, diventato l'ultimo protagonista indiscusso dello psicodramma capitolino. L'audiogate che lo ha travolto all'improvviso pare abbia sancito anche la fine alla sua esperienza nella giunta Raggi. Con la frase «la fiducia è lesa», infatti, la sindaca di Roma avrebbe definitivamente deciso la sorte del professore preso in prestito per l'amministrazione cittadina. Dopo aver ascoltato personalmente l'audio dell'intervista-colloquio realizzata dal giornalista de La Stampa, Federico Capurso, Virginia Raggi si sarebbe sfogata con Beppe Grillo e furibonda lo avrebbe convinto a mettere alla porta l'assessore-traditore.
La «banda» e la «Corte dei Miracoli»
Impossibile andare avanti facendo finta di nulla dopo dichiarazioni così offensive sia nei confronti della sindaca – di lei Berdini ha detto che avrebbe avuto rapporti sessuali con Salvatore Romeo e l'ha definita «strutturalmente impreparata» - sia nei confronti della giunta - ribattezzata dall'assessore come una «banda» e una «corte dei Miracoli». E pensare che in un primo momento Virginia Raggi aveva respinto «con riserva» le dimissioni di Berdini, che prontamente aveva chiesto pubblicamente scusa per alcune frasi compromettenti da lui rilasciate. Probabilmente la Raggi aveva agito su consiglio di Beppe Grillo, che voleva comprensibilmente evitare a tutti i costi che si ripetesse il precedente dell'assessorato al Bilancio, rimasto a lungo vacante. Soprattutto nel bel mezzo di una partita così importante per la città come quella dello stadio della Roma.
La decisione della sindaca e la benedizione di Grillo
Insomma, sembrava finita lì. Con l'assessore che sbaglia, chiede perdono e viene riaccolto in giunta come il figliol prodigo. Ma questo accadeva prima che la sindaca potesse ascoltare con le sue orecchie l'audio originale, diffuso da La Stampa solo qualche ora dopo lo scoppio del nuovo caso Berdini-Raggi. Così, in serata, sarebbe arrivata la svolta. Quella definitiva. Secondo Il Messaggero, infatti, il primo cittadino di Roma non sarebbe più disposto a riaccogliere in giunta l'assessore e avrebbe ottenuto, questa volta, la benedizione anche di un rassegnato Beppe Grillo. Ora, però, è urgente trovare un sostituto perché entro il 3 marzo si deciderà il destino del secondo stadio dell'Urbe. E fin tanto che non si troverà il successore di Berdini , l'assessore resterà al suo posto. Ma per la giunta Raggi è evidentemente un dead man walking con le ore contate.
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