29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
Il centrodestra in crisi

Comunali, Berlusconi fallisce a Roma. Ma Salvini non segna golden gol

Per Giorgia Meloni nel centrodestra ora niente è più come prima. Il centrodestra perde a Roma, ma raggiunge buoni risultati a Milano, dove arriva al ballottaggio nella sua versione «moderata»

ROMA - «Uniti si vince», eccolo il pannicello caldo dietro cui, nel day after, si nasconde il redde rationem nel centrodestra. Nessuno si dice scontento e tutti cercano di guardare il loro bicchiere mezzo pieno, ma il fatto è che non c'è nemmeno nessuno che possa cantare vittoria. La corsa per la leadership è ufficialmente aperta: Silvio Berlusconi perde la sfida di Roma dove aveva scelto si appoggiare Alfio Marchini che alla fine si piazza soltanto quarto, senza mai essere entrato in partita. Matteo Salvini, però, non riesce a segnare il golden gol e peraltro perde la gara delle preferenze anche nella sua Milano, superato dalla azzurra Maria Stella Gelmini.

Le soddisfazioni della Meloni
Qualche soddisfazione in più, magari, la può vantare Giorgia Meloni: è vero, non è arrivata al ballottaggio nella Capitale, ma ha conquistato oltre il 20% di consensi e il suo partito, Fratelli d'Italia, ha messo da parte un bottino di oltre il 12%. Abbastanza per cambiare gli equilibri di forza almeno nell'asse del lepenismo all'italiana: in totale il suo partito raggiunge il 6,8% e questo le consente di essere meno schiacciata da Matteo Salvini. L'ex ministro della Gioventù rivendica: «E' finita la favoletta del centrodestra moderato e del centrodestra populista. Niente - aggiunge - sarà più come prima, niente sarà più come lo abbiamo visto fino ad ora. Guardiamo avanti c'è una partita da giocare». La stoccata a Silvio Berlusconi non manca: «Il suo obiettivo - sostiene - era favorire il candidato di Matteo Renzi».

Il profilo moderato del centrodestra vincente
Diversa la lettura del voto di Forza Italia che viene affidata a una lunga nota. Il primo dato che viene sottolineato è che quello azzurro «si conferma il primo partito della coalizione di centrodestra», il secondo è che dove si ha un buon risultato, come a Milano, la coalizione ha un «profilo moderato». Il capoluogo lombardo, di fatto, consente al partito di Berlusconi di non sprofondare nel conteggio dei consensi. Lì, infatti, Fi conquista il 20% mentre la Lega di Salvini si ferma all'11,7%, con il segretario che ottiene 7.900 voti, mentre la capolista azzurra sfiora i 12mila voti. A Roma però è una debacle con il 4,2% di consensi. Nella capitale, tuttavia, anche Salvini perde la scommessa della discesa a Sud, fermandosi al 2,7%.

I risultati significativi a Milano
Di fatto il centrodestra incassa la vittoria al primo turno di Mario Occhiuto a Cosenza e conquista il ballottaggio a Napoli con Gianni Lettieri (sostenuto principalmente da Forza Italia e liste civiche) e a Bologna con Lucia Borgonzoni, candidata fortemente voluta dal segretario leghista. Proprio nella città emiliana i padani raggiungono il loro migliore obiettivo, andando oltre il 17%. Per la coalizione il risultato più significativo resta comunque quello di Milano, dove l'unità andava oltre Fi, Fratelli d'Italia e Lega e comprendeva anche l'Ncd di Alfano. In pratica, più il modello di alleanze di Roberto Maroni che quello di Matteo Salvini che, non a caso, aveva anche avuto motivi di attrito con il candidato considerato troppo prudente su alcuni temi come immigrazione e accoglienza.

La Leopolda padana
A questo punto la resa dei conti è con ogni probabilità rinviata, intanto perchè ci sono ancora i ballottaggi e poi perchè a ottobre tutta la coalizione sarà schierata insieme sul fronte del no al referendum. Il segretario del Carroccio di certo non esce da questa tornata amministrativa con una forza tale da lanciare ufficialmente l'opa sulla leadership. Per ora il progetto è quello di una sorta di Leopolda padana, in cui - dice - sarà possibile ascoltare e confrontarsi e in cui anche Berlusconi sarà «benvenuto se interessato».

(con fonte Askanews)