12 ottobre 2025
Aggiornato 23:30
L'ong in 30 città italiane con il volantino del premier

Trivelle, «Renzi invita a votare Sì»: la provocazione di Greenpeace

Una lettere firmata dal premier invita gli italiani ad andare alle urne a votare «Sì» al referendum del 17 aprile, ma è Greenpeace che «ricorda» a Renzi le promesse sull'energia rinnovabile fatte appena due anni fa

Greenpeace «ricorda» a Renzi le promesse sulle rinnovabili
Greenpeace «ricorda» a Renzi le promesse sulle rinnovabili Foto: Shutterstock

ROMA - «Rottamiamo le trivelle»: così, come riporta un volantino, Matteo Renzi ci ripensa e invita i cittadini italiani ad andare alle urne domenica 17 aprile per votare «Sì» al referendum. No, il premier non ha cambiato idea, ma Greenpeace prende i termini chiave della dialettica renziana e li capovolge. La trovata dell'ong ambientalista si somma alle altre provocazioni che Greenpeace ha messo in piedi per spingere gli italiani a votare al referendum del 17 aprile per raggiungere il quorum e fermare le trivelle nel Mediterraneo.

La rottamazione continua
«Il 17 aprile la rottamazione continua – si legge ancora sul volantino distribuito da Greenpeace in trenta piazze italiane –. Liberiamo i nostri mari, rottamiamo le trivelle». La provocazione della ong parte, in realtà, dalle promesse del premier, fatte agli albori del suo governo. Gli ambientalisti ricordano a Matteo Renzi quelli che erano gli impegni appena due anni fa in materia di energia: impegni «oggi smentiti dal sostegno alle trivelle e dai tanti provvedimenti che sfavoriscono le rinnovabili».

La lettera di Matteo
Il volantino di Greenpeace presenta due facciate una speculare all'altra: da una parte una lettera con in calce la firma del premier, in cui Renzi spiega i motivi che lo spingono a chiedere ai cittadini di andare alle urne, sentendo «l'esigenza» di scrivere ai suoi elettori. «Poco più di due anni fa – scrive il finto Renzi – vinsi le primarie del mio partito proponendo una rivoluzione». Come? È presto detto: «Con me le rinnovabili sarebbero arrivate al 50%, che la nostra rivoluzione sarebbe stata anche una rivoluzione energetica». E questa sì che sarebbe una rivoluzione. «Vogliamo lasciare i nostri mari in mano ai petroliferi?», domanda ancora il fake di Matteo, che continua chiedendo agli italiani se hanno intenzione di continuare a lasciare l'Italia schiava di fonti energetiche «vecchie e inquinanti», che non creano lavoro e non arricchiscono il Paese. Renzi nella finta lettera dice basta, perché «il mare non è un giacimento di gas e petrolio. Il mare è mare». La sfida che passa per il referendum del 17 aprile è quella del cambiamento e «se non dovessimo vincere sarà solo colpa mia», conclude il finto Matteo.

Il governo difende i petrolieri
L'altra faccia del volantino è quella in cui gli ambientalisti spiegano le motivazioni per cui sarebbe giusto andare a votare. L'idea del volantino nasce per ricordare la promessa che il premier faceva solo due anni fa, quando annunciava di voler promuovere un sistema energetico sostenibile, moderno e innovativo. «Se il primo ministro avesse a cuore la coerenza – si legge –, oggi avrebbe certamente inviato agli italiani una lettera molto simile a quella che abbiamo redatto noi». Se le promesse del premier non fossero solo parole, dicono gli ambientalisti, oggi Renzi avrebbe invitato gli italiani ad andare a votare e votare per il sì. «Invece sta boicottando il voto per difendere gli interessi dei petrolieri».