Maroni: «Così sosteniamo le imprese lombarde»
Il presidente della Regione Lombardia dà le parole d'ordine per la ripresa: puntare su «innovazione e ricerca» e cancellare le «incredibili e stupide sanzioni dell'Europa nei confronti della Russia»
MILANO – «Ci sono segnali deboli di ripresa, che noi vogliamo sostenere con le nostre azioni, in particolare per le reti d'impresa». Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, questa mattina, a margine dell'evento, promosso da Confcommercio, 'Insieme protagonisti della ripresa - Storie di Reti del Terziario'. Maroni ha ricordato a questo proposito i nove cluster regionali, sottolineando la necessità di puntare su «innovazione e ricerca», temi su cui la Lombardia è «protagonista». «Due reti d'impresa su dieci in Italia – ha ricordato Maroni – sono in Lombardia. Questa è la strada dell'innovazione che vogliamo seguire». Per agevolare questa debole ripresa, però, è imperativo cancellare le sanzioni europee alla Russia, aggiunge ancora Maroni: «Tante imprese soffrono per le incredibili e stupide sanzioni dell'Europa nei confronti della Russia. Il fatturato delle imprese italiane delle scarpe in Russia è diminuito del 30 per cento. Per questi motivi i russi non vengono neanche più in Italia a comprare – ha risposto riguardo alla sua partecipazione, ieri, a Micam – Io ho chiesto e continuiamo a chiedere che l'Europa intervenga per cancellare le sanzioni. I benefici sono zero, i danni economici per l'industria italiana sono tantissimi».
La difesa del bonus bebè
Ma la crisi non è stata l'unico argomento toccato dal governatore: il leghista ha risposto anche alla polemica sollevata sul bonus bebè, che non sarà assegnato anche nei casi di adozione. «È una misura a sostegno della natalità. Altre sono le misure a sostegno della famiglia. Questa è una misura specifica per la natalità. Siamo nella fase di definizione delle nuove misure del Reddito di autonomia per il 2016 – ha proseguito Maroni – Abbiamo messo 200 milioni di euro. A chi critica dico di andare a vedere cosa hanno fatto le altre Regioni, cioè zero. Siamo nella fase di revisione; tutte le proposte e le buone idee vengono discusse e valutate, ma non è un errore né una contraddizione, perché quella è una misura per la natalità». Infine, sulla tassa che i lavoratori frontalieri dovranno pagare per usufruire del Servizio sanitario nazionale: «È una legge dello Stato. È il ministero che ha dato disposizioni, perché i frontalieri paghino la sanità. Noi abbiamo applicato una norma dello Stato con le circolari arrivate dal ministero. Non è la Regione Lombardia – ha ribadito Maroni – ad aver deciso».
(da fonte Askanews)