25 aprile 2024
Aggiornato 19:00
17 le perquisizioni effettuate dalla gdf

Roma, alberghi e agroalimentare nel business del clan Moccia a Roma

Sette persone legate al clan sono state arrestate. Il giro del boss è stato sgominato dall'Operazione Poseidone-Passion Fruit

ROMA - C'è anche il business della mozzarella e dei prodotti ortofrutticoli, accanto all'acquisizione di attività alberghiere, tra gli interessi illeciti del clan Moccia a Roma. Sette le persone, ritenute esponenti di spicco del clan camorristico, sono destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Roma ed eseguite dalla Guardia di finanza della capitale.

Le indagini sono partite dall'assassinio di Pellino
I provvedimenti cautelari scaturiscono dall'esito di articolate indagini condotte in stretta sinergia dalla Questura di Roma - Squadra Mobile e dal Nucleo PT di Roma - Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma. Le indagini della Squadra Mobile sono scaturite dall'uccisione, avvenuta a Nettuno il 23 luglio 2012, di Modestino Pellino, affiliato al clan Moccia, e condannato per gravi reati. Pellino era sorvegliato speciale e sottoposto alla misura dell'obbligo di soggiorno a Nettuno.

L'operazione Poseidone-Passion Fruit
Parallelamente, il Gico della Guardia di finanza veniva delegato all'esecuzione di specifiche indagini tese a riscontrare ipotesi di infiltrazioni criminali nel redditizio mercato della distribuzione agroalimentare della Capitale. A carico dei soggetti coinvolti nell'operazione denominata Poseidone-Passion fruit, sono ipotizzati reati che vanno dal trasferimento fraudolento di valori, all'impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, all'estorsione e all'illecita concorrenza con minaccia o violenza, con le aggravanti previste per i delitti commessi nell'ambito delle associazioni di tipo mafioso.

Il potere mafioso di Moccia
L'attività investigativa ha consentito di disarticolare un sodalizio criminale, promosso ed organizzato da Luigi Moccia esponente apicale dell'omonima consorteria camorristica. Moccia sarebbe il gestore di diverse attività imprenditoriali, attive nella capitale principalmente nei settori della distribuzione di prodotti lattiero caseari ed ortofrutticoli, nonchè in quello turistico-alberghiero. Moccia ha "mimetizzato" le proprie attività nell'economia, servendosi di una serie di prestanomi al fine di schermarne l'effettiva titolarità e aveva poteri decisori in merito alle scelte organizzative ed operative delle società.

L'organizzazione malavitosa dopo Roma puntava a Barcellona
Secondo gli inquirenti Moccia si preoccupava di predisporre le strutture ed i mezzi strumentali all'esercizio delle relative attività, di individuare i fornitori e di procurare alle società importanti clienti, decidendo anche le strategie di espansione delle imprese, sia sul mercato romano che estero. I suoi dipendenti dovevano ragguagliarlo in merito ad ogni aspetto della loro quotidiana attività e consultarlo per ogni decisione anche marginale. Nell'organizzazione malavitosa un ruolo altrettanto rilevante è stato assunto dall'imprenditore romano Gennaro Moccia, detto Roberto, che ha favorito l'introduzione delle attività di Luigi Moccia nel mercato capitolino, con proiezioni di espansione sul mercato ortofrutticolo di Barcellona (Spagna).

Investimenti per circa 15 milioni di euro
La collaborazione tra i due è diventata stretta a tal punto da portare alla costituzione di una vera e propria società di fatto, operante nel settore della commercializzazione di prodotti ortofrutticoli e lattiero caseari destinati ad attività di ristorazione romane di primaria rilevanza, nonché a negozi di una catena di supermercati nota in ambito nazionale. Dalle indagini è emerso anche l'interessamento di Lugi Moccia alla acquisizione della gestione di strutture alberghiere attive a Roma, peraltro già sequestrate (nel giugno 2013) in sede di prevenzione e successivamente confiscate (nel dicembre 2014), con la previsione di investimenti per circa 15 milioni di euro.

17 perquisizioni personali tra Lazio, Campania e Lombardia
Proprio nel settore alberghiero è stata accertata la riconducibilità a Luigi Moccia di due unità immobiliari a Napoli, formalmente intestate ad un'azienda facente capo a Maria Maranta, che conduce l'attività alberghiera denominata Hotel San pietro. Alla vicinanza al clan sarebbe da ricondurre anche l'aggressione, avvenuta presso il Centro Agroalimentare Roma - C.A.R. nel novembre del 2013, di Gennaro Moccia nei confronti di un imprenditore concorrente, con le connotazioni di una tipica azione camorristica. Nel corso dell'operazione gli investigatori sono state eseguite 17 perquisizioni personali e locali in Campania, Lombardia e Lazio. (Fonte Askanews)