28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
l'appello del pontefice

Giubileo, Papa Francesco: «Accoglienza è la parola-chiave che dobbiamo sempre ricordare»

Oggi si è svolta l'udienza di Papa Bergoglio per gli Operatori dei pellegrinaggi

ROMA - «La parola chiave è l'accoglienza». Lo ha sottolineato Papa Bergoglio durante l'udienza di oggi, nell'Aula Paolo VI. Francesco ha ricevuto i partecipanti all'Incontro internazionale degli operatori dei pellegrinaggi, i parroci, i rettori e gli operatori dei santuari, che celebrano a Roma il loro Giubileo (19-21 gennaio 2016). «Con l'accoglienza ci giochiamo tutto", ha detto agli operatori, ricordando che deve essere «un'accoglienza affettuosa, festosa, cordiale, e paziente. L'accoglienza - ha ribadito Francesco - è davvero determinante per l'evangelizzazione. A volte, basta semplicemente una parola, un sorriso, per far sentire una persona accolta e benvoluta».

Il discorso di oggi del Pontefice
Nel suo discorso il Papa ha sottolineato che «andare pellegrini ai santuari è una delle espressioni più eloquenti della fede del popolo di Dio, e manifesta la pieta di generazioni di persone, che con semplicità hanno creduto e si sono affidate all'intercessione della Vergine Maria e dei Santi». E per il Papa «questa religiosità popolare è una genuina forma di evangelizzazione, che ha bisogno di essere sempre promossa e valorizzata, senza minimizzare la sua importanza». «Nei santuari, infatti - ha proseguito Bergoglio - la nostra gente vive la sua profonda spiritualità, quella pietà che da secoli ha plasmato la fede con devozioni semplici, ma molto significative. Pensiamo a come si fa intensa, in alcuni di questi luoghi, la preghiera a Cristo Crocifisso, o quella del Rosario, o la via Crucis».

L'importanza della figura biblica di Anna
Quindi «sarebbe un errore ritenere che chi va in pellegrinaggio viva una spiritualità non personale ma di massa», che «in realtà, il pellegrino porta con sé la propria storia, la propria fede, luci e ombre della propria vita. Ognuno porta nel cuore un desiderio speciale e una preghiera particolare. Chi entra nel santuario sente subito di trovarsi a casa sua, accolto, compreso, e sostenuto. Mi piace molto - ha ricordato il Papa - la figura biblica di Anna, la madre del profeta Samuele. Lei, nel tempio di Silo, col cuore gonfio di tristezza pregava il Signore per avere un figlio. Il sacerdote Eli invece pensava che fosse ubriaca e voleva cacciarla fuori. Anna rappresenta bene tante persone che si possono incontrare nei nostri santuari. Gli occhi fissi sul Crocifisso o sull'immagine della Madonna, una preghiera fatta con le lacrime agli occhi, colma di fiducia. Il santuario è realmente uno spazio privilegiato per incontrare il Signore e toccare con mano la sua misericordia».

"Con l'accoglienza ci giochiamo tutto"
«E' per questo - ha sottolineato il Papa - che la parola-chiave che desidero sottolineare oggi insieme con voi è accoglienza. Con l'accoglienza, per così dire, ci giochiamo tutto. Un'accoglienza affettuosa, festosa, cordiale, e paziente! I Vangeli ci presentano Gesù sempre accogliente verso coloro che si accostano a Lui, specialmente i malati, i peccatori, gli emarginati. E ricordiamo quella sua espressione: chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato». E «Gesù ha parlato dell'accoglienza, ma soprattutto l'ha praticata. Quando ci viene detto che i peccatori, ad esempio Matteo, o Zaccheo, accoglievano Gesù nella loro casa e alla loro mensa, è perché anzitutto essi si erano sentiti accolti da Gesù, e questo aveva cambiato la loro vita». Ed «é interessante che il Libro degli Atti degli Apostoli si conclude con la scena di San Paolo che, qui a Roma, accoglieva tutti quelli che venivano da lui. La sua casa, dove abitava come prigioniero, era il luogo dove annunciava il Vangelo».

La condizione fisica del pellegrino rispecchia anche quella interiore
Bergoglio ha ribadito la parola-chiave: «L'accoglienza è davvero determinante per l'evangelizzazione. A volte, basta semplicemente una parola, un sorriso, per far sentire una persona accolta e benvoluta. Il pellegrino che arriva al santuario è spesso stanco, affamato, assetato", ha ricordato il Papa, aggiungendo: «E tante volte questa condizione fisica rispecchia anche quella interiore. Perciò, questa persona ha bisogno di essere accolta bene sia sul piano materiale sia su quello spirituale. E' importante che il pellegrino che varca la soglia del santuario si senta trattato più che come un ospite, come un familiare. Deve sentirsi a casa sua, atteso, amato e guardato con occhi di misericordia». E questo vale «chiunque sia, giovane o anziano, ricco o povero, malato e tribolato oppure turista curioso, possa trovare l'accoglienza dovuta, perché in ognuno c'è un cuore che cerca Dio, a volte senza rendersene pienamente conto».

"Facciamo in modo che ogni pellegrino si senta compreso e amato«
"Facciamo in modo
- è l'esortazione del Papa - che ogni pellegrino abbia la gioia di sentirsi finalmente compreso e amato. In questo modo, tornando a casa proverà nostalgia per quanto ha sperimentato e avrà il desiderio di ritornare, ma soprattutto vorrà continuare il cammino di fede nella sua vita ordinaria». Poi il Papa ha rivolto un'indicazione particolare ai sacerdoti: «Un'accoglienza del tutto particolare è quella che offrono i ministri del perdono di Dio. Il santuario è la casa del perdono, dove ognuno si incontra con la tenerezza del Padre che ha misericordia di tutti, nessuno escluso. Chi si accosta al confessionale lo fa perché è pentito del proprio peccato. Percepisce chiaramente che Dio non lo condanna, ma lo accoglie e lo abbraccia, come il padre del figlio prodigo, per restituirgli la dignità filiale». E «i sacerdoti che svolgono un ministero nei santuari devono avere il cuore impregnato di misericordia; il loro atteggiamento dev'essere quello di un padre. Cari fratelli e sorelle - ha concluso Papa Francesco - viviamo con fede e con gioia questo Giubileo: viviamolo come un unico grande pellegrinaggio. Voi, in modo speciale, vivete il vostro servizio come un'opera di misericordia corporale e spirituale». (Fonte Askanews)