M5S, per il Financial Times è "Mr Di Maio" l'erede di Grillo
Il quotidiano dedica un lungo articolo al movimento e ritiene che "le loro probabilità di essere eletti sono in aumento"
ROMA - «Il Movimento 5 stelle ha raggiunto la maggiore età». A dirlo è il Financial Times che dedica un lungo articolo ai "grillini", nella seconda pagina del quotidiano di oggi, con un richiamo in "prima" corredato dalla foto di Luigi Di Maio.
Il M5S è diventato maggiorenne
«Quando il M5S esplose nella politica italiana nel 2009 durante la crisi economica - si legge nell'articolo, riportato anche sul blog di Beppe Grillo - era caratterizzato da una protesta senza compromessi e dalla burlesca, sardonica figura del suo leader, il comico Beppe Grillo. Ma il M5s sta cercando di cambiare volto rispetto a quello di uno dei più eccentrici, addirittura clowneschi, partiti politici europei. L'obiettivo che la trasformazione mira a raggiungere sembrava una fantasia appena un anno fa: governare il Paese e sfidare il governo di centrosinistra del primo ministro Matteo Renzi».
Di Maio: Vogliamo governare
Il quotidiano ricorda che Grillo ha tolto il suo nome dal simbolo del partito, «un segnale del fatto che potrebbe presto farsi da parte». E il suo «erede più probabile» è Luigi Di Maio, «un ventinovenne napoletano, dalla retorica efficace, con un look elegante e toni moderati. La percezione del MoVimento è cambiata - sostiene "Mr Di Maio" intervistato da Ft -. All'inizio c'era l'idea che fosse solo un movimento di protesta...ma siamo riusciti a sfondare quel muro. Vogliamo governare».
L'esame di maturità saranno le comunali
«Le probabilità che ciò accada - sostiene il Financial Times - sono in aumento. Il M5s è il secondo partito d'Italia. Dopo lo svantaggio rispetto al partito di Renzi di quasi 20 punti un anno fa, i sondaggi mostrano che la distanza si è ridotta a circa 5 punti - 32 a 27 per cento. Ma convincere gli italiani che il M5s sia un'alternativa credibile resta un arduo compito, visto che molti ancora lo vedono come un partito da ostruzionismo e opposizione. Lo slogan più famoso di Beppe Grillo quando lanciò il movimento era 'vaffanculo', una parolaccia indirizzata all'establishment, e lo stesso Grillo rifiutava di fare parte di qualsiasi coalizione», sostiene ancora il quotidiano, concludendo che dopo le vittorie in città come Parma, Livorno e Ragusa il "test più importante" sarà quello delle comunali a Roma. (Fonte Askanews)
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