27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
A San Pietro si apre l'Anno Santo della Misericordia

Giubileo, Papa apre la Porta Santa: «Abbandonare la paura»

L'anno santo servirà a «puntare l'attenzione sul contenuto essenziale del Vangelo» e «mettere di nuovo al centro la nostra vita personale e delle nostre comunità lo specifico della vita cristiana, cioè Gesù Cristo Dio misericordioso», ha detto Francesco

CITTA' DEL VATICANO - «Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio, e in ogni caso il giudizio di Dio sarà sempre nella luce della sua misericordia». Così Papa Francesco nell'omelia della messa di apertura del giubileo della misericordia, concluso con l'apertura della Porta santa dela basilica vaticana: «Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell'incontro con la grazia che tutto trasforma».

La gioia di aprire la Porta Santa
«Tra poco avrò la gioia di aprire la Porta Santa della Misericordia», ha detto Francesco. «Compiamo questo gesto, come ho fatto a Bangui tanto semplice quanto fortemente simbolico, alla luce della Parola di Dio che abbiamo ascoltato, e che pone in primo piano il primato della grazia». Commentando le letture dell'odierna celebrazione dell'Immacolata concezione, il Pontefice argentino ha sottolineato che Dio «non solo è Colui che perdona il peccato, ma in Maria giunge fino a prevenire la colpa originaria, che ogni uomo porta con sé entrando in questo mondo. E' l'amore di Dio che previene, che anticipa e che salva». Il Papa ha sottolineato che «c'è sempre la tentazione della disobbedienza, che si esprime nel voler progettare la nostra vita indipendentemente dalla volontà di Dio. E' questa l'inimicizia che attenta continuamente la vita degli uomini per contrapporli al disegno di Dio. Eppure, anche la storia del peccato è comprensibile solo alla luce dell'amore che perdona, il peccato solo sotto questa luce si capisce. Se tutto rimanesse relegato al peccato saremmo i più disperati tra le creature, mentre la promessa della vittoria dell'amore di Cristo rinchiude tutto nella misericordia del Padre».

Anteporre la misericordia al giudizio
«Questo anno straordinario - ha proseguito Francesco - è anch'esso dono di grazia. Entrare per quella Porta significa scoprire la profondità della misericordia del Padre che tutti accoglie e ad ognuno va incontro personalmente, è Lui che ci cerca, Lui che ci viene incontro. Sarà un anno in cui crescere nella convinzione della misericordia. Quanto torto viene fatto a Dio e alla sua grazia quando si afferma anzitutto che i peccati sono puniti dal suo giudizio, senza anteporre invece che sono perdonati dalla sua misericordia», ha detto il Papa citando sant'Agostino. «Sì, è proprio così. Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio, e in ogni caso il giudizio di Dio sarà sempre nella luce della sua misericordia. Attraversare la Porta Santa, dunque, ci faccia sentire partecipi di questo mistero di amore, di tenerezza! Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell'incontro con la grazia che tutto trasforma». Il Papa ha proseguito ricordando il Concilio vaticano II (1962-1965) che proprio l'otto dicembre di 50 anni fa si concluse:

50 anni dal Concilio Vaticano II
«Oggi, qui a Roma e in tutte le diocesi del mondo, varcando la Porta Santa vogliamo anche ricordare un'altra porta che, cinquant'anni fa, i Padri del Concilio Vaticano II spalancarono verso il mondo. Questa scadenza non può essere ricordata solo per la ricchezza dei documenti prodotti, che fino ai nostri giorni permettono di verificare il grande progresso compiuto nella fede. In primo luogo, però, il Concilio è stato un incontro. Un vero incontro tra la Chiesa e gli uomini del nostro tempo. Un incontro segnato dalla forza dello Spirito che spingeva la sua Chiesa ad uscire dalle secche che per molti anni l'avevano rinchiusa in sé stessa, per riprendere con entusiasmo il cammino missionario. Era la ripresa di un percorso per andare incontro ad ogni uomo là dove vive: nella sua città, nella sua casa, nel luogo di lavoro... dovunque c'è una persona, là la Chiesa è chiamata a raggiungerla per portare la gioia del Vangelo, per portare la Misericordia e il Perdono di Dio. Una spinta missionaria, dunque, che dopo questi decenni riprendiamo con la stessa forza e lo stesso entusiasmo. Il Giubileo ci provoca a questa apertura e ci obbliga a non trascurare lo spirito emerso dal Vaticano II, quello del Samaritano, come ricordò il beato Paolo VI a conclusione del Concilio. Attraversare oggi la Porta Santa - ha concluso il Papa - ci impegni a fare nostra la misericordia del buon samaritano».

La Chiesa ha bisogno del Giubileo
La Chiesa «ha bisogno di questo momento straordinario». Papa Francesco torna, all'indomani dell'avvio del giubileo della misericordia, sul senso dell'anno santo, nell'udienza generale in piazza San Pietro. «Non dico: è buona per la Chiesa questo momento straordinario, dico: la Chiesa ha bi-so-gno di questo momento straordinario».

L'attenzione sull'essenzialità del Vangelo
L'anno santo servirà a «puntare l'attenzione sul contenuto essenziale del Vangelo» e «mettere di nuovo al centro la nostra vita personale e delle nostre comunità lo specifico della vita cristiana, cioè Gesù Cristo Dio misericordioso», ha detto Francesco. Il giubileo è l'occasione per «sperimentare il tocco dolce e soave del perdono di Dio, la sua presenza e la sua vicinanza soprattutto nei momenti di maggiore bisogno. La Bibbia dice che Dio Dio ogni giorno dopo aver fatto una cosa, la luna, il sole, gli animali vide che questo era buono ma quando ha fatto l'uomo e la donna la Bibbia dice che Dio vide che questo era molto buono», ha detto ancora il Papa a braccio. «Sant'Ambrogio in un libro di teologia che aveva scritto su Adamo prende la storia della creazione e si domanda, perché dice molto buono, perché è tanto contento Dio per la creazione dell'uomo e della donna? Perché alla fine aveva qualcuno da perdonare, è bello eh? La gioia di Dio è perdonare, l'essere di Dio è misericordia. Per questo in quest'anno dobbiamo aprire i cuori perché uesta gioia di Dio riempia tutti noi di questa misericordia».

(con fonte Askanews)