19 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Roma sarà sicura?

Mons. Fisichella: Il Giubileo si farà

Secondo il Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Evangelizzazione e organizzatore del Giubileo, l'anno santo è segno di accoglienza e rispetto, è invito alla misericordia e per questo non può essere cancellato

ROMA - «Bisogna ribadire un concetto fondamentale, che proprio davanti ad atti di violenza così gratuiti e così mostruosi si pone ancora di più l'esigenza e la necessità di dare dei segni che invitano alla misericordia, al rispetto e all'accoglienza, quindi mi sembra che se non ci fosse stato un Giubileo, forse e probabilmente, davanti a questi fatti sarebbe stato necessario indire un Giubileo della misericordia». Così Monsignor Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Evangelizzazione e organizzatore del Giubileo, intervenuto ai microfoni di RadioRadio.

Il richiamo di tutti i fedeli
«Non dimentichiamo - ha aggiunto - che la misericordia è il tema che tocca le tre grandi religioni monoteiste, l'Islam incluso. Un Giubileo della misericordia deve richiamare profondamente tutti i credenti delle varie religioni a capire se sono veramente fedeli alla religione o se invece la stanno tradendo. La cosa più importante è che nel momento in cui una religione si appella alla violenza cessa di essere una religione, non è più un incontro che permette l'incontro tra Dio e gli uomini, ma diventa il totale annientamento di ogni possibile mediazione con Dio e rinuncia ad essere quello che per definizione la religione è».

Sotto choc
«Siamo ancora sotto choc - ha aggiunto - come si era sotto choc l'11 settembre», ma «bisognerebbe fare in modo che tutto non venga dimenticato nel giro di qualche settimana. Bisogna che si metta seriamente in moto, una situazione che coinvolga in primo luogo tutti quei paesi arabi e mussulmani che davanti a questi fatti di estrema violenza sono i primi ad essere danneggiati. Qui non è soltanto l'Occidente che deve essere capace di una reazione, bisogna essere capaci innanzitutto di un coinvolgimento, perché questo fondamentalismo non ha come nemico soltanto l'Occidente, ma con questi gesti diventa nemico anche di tutte quelle realtà, di paesi arabi che stanno costruendo, anche se con fatica, una visione democratica della società».

(con fonte Askanews)