25 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Il primo cittadino di Roma contro Bergoglio

Ignazio Marino o... Ignazio Paperino?

Stavolta viene smentito in mondovisione addirittura dal Papa, che dichiara di non averlo invitato a Philadelphia. E, per rispondergli, si contraddice. L'ennesima figuraccia di un sindaco che, prima di non saper amministrare, non sa comunicare

ROMA – Più che Ignazio Marino, verrebbe da chiamarlo Ignazio Paperino. Ultimamente, al sindaco di Roma non ne gira una per il verso giusto. Lui, che un tempo era un luminare della chirurgia rispettato in tutto il mondo, sembra diventato il bersaglio preferito della sfiga, e dei suoi stessi pasticci, come il più noto dei paperi di Walt Disney. L'unica differenza è che qui non siamo in un fumetto, dove semmai la capacità innata dei protagonisti di cacciarsi nei guai attira la nostra simpatia. Qui siamo nella realtà tentacolare, ingestibile, fuori controllo della capitale d'Italia e pretenderemmo che chi si è candidato per amministrarla e ha convinto la maggioranza degli elettori fosse veramente capace di farlo.

La smentita del Papa
L'ultima impresa di Ignazio Paperino lo ha visto impegnato negli Stati Uniti, non lontano da Paperopoli, precisamente a Philadelphia, all'incontro mondiale sulle famiglie. E come antagonista non c'erano i soliti Gastone o Rockerduck, ma un personaggio d'eccezione, addirittura papa Francesco. «Io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro – ci ha tenuto a scandire bene il Pontefice davanti alle telecamere e ai microfoni dei giornalisti – E neppure gli organizzatori, ai quali l'ho chiesto, lo hanno invitato. Si professa cattolico, è venuto spontaneamente». Sembra proprio che il vescovo di Roma non abbia molta simpatia (nemmeno lui) per il primo cittadino della sua stessa città. C'è da capirlo, visto che per l'organizzazione del Giubileo, che ha convocato lui in persona tra un paio di mesi, non gli sta dando una grande mano, anzi: come raccontiamo da settimane, tutti i servizi della Capitale sono al collasso, dai trasporti pubblici alla nettezza urbana fino all'accoglienza dei turisti. Possibile che l'oppositore politico più efficace di Marino, più di Alemanno, più di Marchini, più dello stesso Renzi, alla fine si riveli proprio il comandante «Che» Bergoglio?

Risposta contraddittoria
Scherzi a parte, non capita spesso di vedersi smentiti in mondovisione direttamente dal Papa. Poteva capitare solo a Ignazio Paperino, che di fatto oltre alla polemica casalinga per il suo ennesimo viaggio all'estero ha dovuto sopportare anche di sentirsi dare dell'imbucato da Sua Santità. Come sempre, la sua risposta è stata goffa e poco convincente: «Sono stufo di queste polemiche che vengono create ad arte per danneggiare l'immagine di Roma – ha dichiarato in un video su Facebook – Sono anche dispiaciuto che qualcuno abbia addirittura disturbato il Santo Padre per questi motivi. Io sono stato invitato dal sindaco di Philadelphia e dal vescovo a giugno». Una nuova versione, però, che contraddice la prima dichiarata in un'intervista al Messaggero solo pochi giorni fa: «Quando a giugno scorso mi è stato riferito che avrebbero avuto piacere della mia presenza in tre appuntamenti del Santo Padre a Philadelphia, ma soprattutto all'incontro con le famiglie, ho detto a monsignor Paglia che sarei stato molto lieto di partecipare all'organizzazione della visita». In quel caso, appunto, parlò di monsignor Paglia, stretto collaboratore del Papa, e dunque del Vaticano come autore dell'invito, non del suo collega di Philadelphia.

Dovrebbe imparare a comunicare
A parte i dettagli, comunque, quella che resta è un'altra figuraccia in più da aggiungere alla lista delle patacche sul vestito buono di Marino. Che dovrebbe chiedersi se davvero nuociano di più all'immagine di Roma le polemiche sollevate da chi, giornalisti od oppositori politici che siano, vuole vedere chiaro sul suo operato o piuttosto le sue spiegazioni sempre insoddisfacenti, evasive e balbettanti. Noi, nel nostro piccolo, ci troviamo costretti a ribadire il consiglio che già gli porgemmo con umiltà qualche giorno fa: prima ancora di prendere qualche utile lezione di amministrazione pubblica, il primo cittadino dovrebbe assumere un consulente di comunicazione come si deve. Perché di un sindaco Paperino, noi romani non sentiamo proprio il bisogno.