30 luglio 2025
Aggiornato 15:30
Il prefetto racconta Roma

Terrorismo, Gabrielli: Non esistono realtà a rischio zero

Il prefetto della Capitale, intervistato da Radio Cusano, affronta i temi caldi della città: da Mafia Capitale all'allarme terrorismo, fino al Giubileo Straordinario

ROMA – Il Prefetto di Roma Franco Gabrielli parla a Radio Cusano e, tra i temi particolarmente delicati toccati dal Prefetto della Capitale è quello della sicurezza. Gabrielli, rispondendo alle numerose critiche che vengono mosse a tal proposito alle istituzioni, chiede di paragonare Roma alle altre capitali europee: «Ci sono organizzazioni molto serie che ad esempio in termini di sicurezza pongono Roma al nono posto in Italia. Poi c'è un tema, quello legato alla sicurezza percepita, e questo purtroppo è importante, da non sottovalutare, perché quando la gente ha paura e si sente insicura le istituzioni non possono risolvere il problema con le statistiche. Però questo è un dato che attiene a molti altri fattori: degrado, non perfetta pulizia della città, critica gestione del verde pubblico. Nel suo complesso, però, Roma non può essere rappresentata come una città insicura».

Marino? Attacchi spropositati
Seppur vagamente, commenta il ruolo del primo cittadino Ignazio Marino, che, agli occhi del Prefetto, avrebbe subito attacchi esagerati. «Il Sindaco è fuori da determinate logiche – spiega Gabrielli - e gruppi reali o presunti di potere. In qualche modo a volte può sembrare fuori dal mondo. Magari è fuori da certi mondi e questa è stata la sua forza e la sua debolezza. Tanti gli hanno fatto una guerra che è spropositata rispetto alle sue reali responsabilità. Spesso ho visto verso Marino molto accanimento, anche dove era complicato dargli delle reali colpe».

Serve un clima di coesione
Sempre nel corso dell'intervista, il Prefetto tocca altre importanti tematiche, da mafia capitale al peso della carica che riveste. A proposito di quest'ultimo, Gabrielli afferma che, accettato l'incarico, era consapevole delle difficoltà che il prefetto della Capitale avrebbe potuto incontrare, ma non pensava di «toccare questi picchi». Gabrielli afferma, inoltre, che il clima che si sta vivendo è tutt'altro che proficuo per la città: «Il clima che vivo nella città, mi piacerebbe che in un momento così complicato per la vita di Roma, per le tante cose che ci impegneranno nei prossimi mesi, ci fosse un clima di maggiore coesione. Invece a volte avverto una sorta di corsa al cupio dissolvi».

Dov'è lo spirito costruttivo della città?
Manca, a detta del Prefetto, lo spirito costruttivo, sia nei cittadini che, in primis, nelle istituzioni. «C'è sempre una rincorsa a vedere le cose che non vanno e troppo spesso in questo il sistema dell'informazione non ci dà una mano. Dobbiamo semplicemente prendere coscienza delle tante criticità che vivono in questa città, che per grandissima parte non sono nate oggi ma fanno capo a tanti problemi che non sono stati risolti nel tempo. Viviamo un momento molto difficile, dovremmo rimboccarci tutti le maniche», afferma, ancora Gabrielli.

La questione di Mafia Capitale
A proposito dell'inchiesta che ha sconvolto la capitale nell'ultimo anno, il prefetto Gabrielli ringrazia ancora la magistratura e sottolinea che l'importanza di questa inchiesta è duplice: «Da un lato ha evidenziato dei guasti nella macchina, con rapporti perversi tra chi aveva responsabilità di governarla e chi in qualche modo dava esecuzione agli indirizzi della parte politica. Dall'altro ha posto al centro dell'attenzione il ruolo che la criminalità organizzata, anche di stampo mafioso, ha in alcune realtà del Paese, che magari si aveva interesse a rappresentare come aree non interessate da questi fenomeni».