Cari romani, sui profughi non facciamoci prendere in giro
Legittime le proteste dei residenti a Casale San Nicola. Ma la colpa non è degli immigrati, bensì di chi sfrutta loro come gli italiani. Per guadagnare denaro o anche semplice consenso elettorale. È ora di dire basta
ROMA – Avvertenza: vista la delicatezza del problema immigrazione, siete gentilmente pregati di non prenderci per il c... L'avvertenza vale per tutti. Prima di tutto per quei fenomeni di Casa Pound che continuano a fomentare e strumentalizzare la paura della gente per i loro beceri fini di propaganda. Secondo questi signori, la protesta contro l'arrivo dei profughi all'ex scuola Socrate a Casale San Nicola sarebbe giustificata dall'edificio e dalla zona «inadeguate all'accoglienza». Queste saranno semmai le legittime preoccupazioni dei residenti, non certo le ragioni per le quali il suddetto movimento cavalca la tigre della protesta. Che poi a sventolare la bandiera della sicurezza e della legalità sia un gruppuscolo che viola sistematicamente le leggi, partendo dall'apologia di fascismo fino ad arrivare ai pestaggi, è appunto una presa per il c... che non merita altri commenti.
Sfruttamento e indifferenza
Ma in secondo luogo, e in un senso ancora più grave, l'avvertenza vale per il mondo della politica. Che si divide in due partiti: quello che sfrutta il problema per lucrarci consenso e quello che lo nega. Non solo entrambi questi partiti non aiutano Roma (e l'Italia tutta) a fare un minimo passo avanti alla ricerca di un'eventuale soluzione. Ma entrambi sono ugualmente corresponsabili dell'esasperazione dei cittadini. Personalmente, infatti, non credo che gli italiani siano diventati d'un botto tutti razzisti. Credo piuttosto che questa evidente recrudescenza di intolleranza nei confronti degli stranieri abbia origini molto concrete, economiche, di povertà.
Quando la crisi diventa egoismo
Per dirla in parole altrettanto povere, finché di pane ce n'è abbastanza per tutti, agli italiani con la pancia piena non interessa se qualche tozzo finisce anche sul piatto di un immigrato. Ma se è rimasta solo una ciriola da dividere tra tutti, allora si presta attenzione a dove vanno a finire anche le singole briciole. Non sarà un atteggiamento etico e solidale, ma è quantomeno comprensibile. Compito della politica sarebbe quello di rispondere alle esigenze dei cittadini. Possibilmente con risposte serie, adatte alla gravità delle questioni e concretamente realizzabili. Invece, per anni, mentre montava il malcontento, il centrosinistra di governo si è limitato a negare l'esistenza del problema. Così, se l'alternativa era l'assenza di risposte, gli elettori più stufi hanno deciso di affidarsi a chi una soluzione la proponeva, per quanto semplicistica e sostanzialmente sbagliata.
Una vera soluzione
Noi non crediamo, per farla molto breve, che l'arrivo di cento migranti in un quartiere di Roma possa definirsi come un'«invasione». Non crediamo che se gli italiani non trovino casa o lavoro sia perché gliele rubano gli stranieri, peraltro spesso altrettanto sfruttati dagli stessi padroni nostrani senza scrupoli. Non crediamo che di fronte alla drammatica avanzata della povertà a Roma e in Italia la contromisura possa essere mettere i poveri in guerra l'uno contro l'altro. Crediamo invece che i residenti di Casale San Nicola abbiano tutto il diritto di protestare. Ma che dovrebbero farlo non contro chi è sfruttato quanto loro, bensì contro chi sfrutta italiani e immigrati indistintamente. Non per impedire all'amministrazione di trovare un domicilio ai profughi, insomma, ma per pretenderne uno altrettanto dignitoso anche per i disoccupati nostri connazionali. Se il centrosinistra che governa lo Stato e la città mostrasse il coraggio di provarci davvero, invece di prenderci tutti per il c..., non solo toglierebbe questa emergenza dalle mani di chi la agita come una clava in campagna elettorale, ma indicherebbe anche ai cittadini la strada che porta fuori da questa maledetta crisi. Di cultura e di valori, prima ancora che economica.
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