24 aprile 2024
Aggiornato 08:00
Sequestri droga a Gioia Tauro, Milano, Germania, Belgio e Olanda

Roma, 1.000kg di coca dal Sud America: 19 arresti

I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno portato a termine una vasta operazione contro una consorteria criminale attiva nella capitale, che ha portato alla esecuzione di 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e riciclaggio.

ROMA (askanews) - In soli due anni hanno importato dal Sud America oltre 1.062 chilogrammi di cocaina destinata alle piazze di spaccio romane. I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno portato a termine una vasta operazione contro una consorteria criminale attiva nella capitale, che ha portato alla esecuzione di 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e riciclaggio.

Le attivita investigative hanno interessato anche alcuni calabresi, orbitanti nella Capitale, con contatti diretti e basi logistiche in vari paesi del Sud America, da dove veniva fatto partire lo stupefacente diretto in Italia, mediante stivamento in container caricati su vettori navali ed aerei.

Nel porto di Gioia Tauro e a Milano e Roma, sono stati sequestrati quasi 500 kg di droga. In Germania, Belgio e Olanda, altri 562 kg. L'organizzazione si avvaleva anche di armi abilmente occultate sotto il terreno della villa di uno degli arrestati.

L'indagine ha analizzato il 'filone finanziario' dell'organizzazione che, oltre a curare gli aspetti propri del narcotraffico, disponeva di una struttura di insospettabili 'colletti bianchi', promotori finanziari, incaricati del riciclaggio del denaro attraverso canali bancari svizzeri atti a dirottare la liquidita per l'acquisto della cocaina. Le operazioni di riciclaggio conseguenti alla vendita dello stupefacenti venivano effettuate attraverso una società di intermediazione finanziaria, con sede in Inghilterra e con filiale in Toscana. Le somme, tutte in euro, venivano fisicamente trasportate in territorio elvetico attraverso diversi canali, uno dei quali era rappresentato dal personale diplomatico dell'ambasciata italiana del Congo. Giunto in Svizzera, il denaro subiva una prima 'ripulitura' da parte di una societa di Lugano che ne provvedeva alla conversione in dollari Usa.

Il denaro veniva quindi bonificato sul conto di un istituto di credito, e da qui partiva verso una banca di San Paolo dove veniva consegnato al capo del sodalizio criminale, fisicamente presente in Brasile, che, a sua volta, lo veicolava ai fornitori della partita di cocaina trattata. A garanzia del corretto svolgimento dell'operazione finanziaria, il figlio di uno dei manager coinvolti nella varie fasi del riciclaggio dei fondi veniva trattenuto in ostaggio all'interno di un albergo brasiliano, fino alla conferma dell'accredito della provvista nella banca sudamericana.

Un ruolo chiave nelle investigazioni, secondo i magistrati romani e le fiamme gialle, è stato rivestito da un manager italo-svizzero che in passato ha anche rivestito la carica di direttore generale di una grossa societa che gestisce e sviluppa le attivita legate alla produzione e alla commercializzazione di energia elettrica, vapore e gas. La stessa persona si sarebbe candidata alle elezioni per il consiglio di Stato del Canton Ticino, ritirandosene a causa del coinvolgimento in una inchiesta per una truffa da 12 milioni di euro.

L'esecuzione dei provvedimenti restrittivi, di cui uno operato in Spagna, tramite l'interpol, a carico di un calabrese, nonchè delle numerose perquisizioni locali disposte nei confronti di tutti i soggetti coinvolti, ha visto il dispiegamento di oltre 300 militari del II gruppo Roma, di unità cinofile antidroga ed antivaluta del gruppo di Fiumicino e di mezzi aerei del reparto operativo aeronavale di Civitavecchia.