19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
La leader della Cgil ricorda il deputato ucciso dalla mafia

Camusso: «Il lavoro deve avere regole, diritti e certezze»

E' stato ricordato stamani a Palermo il deputato del Pci Pio La Torre, ucciso la mattina del 30 aprile 1982 insieme all'autista Rosario Di Salvo. Padre della legge Rognoni-La Torre, sulla confisca dei patrimoni illecitamente accumulati dalla criminalità organizzata, quella di La Torre è stata una delle figure di maggior spicco nel campo della lotta a Cosa nostra.

PALERMO (askanews) - E' stato ricordato stamani a Palermo il deputato del Pci Pio La Torre, ucciso la mattina del 30 aprile 1982 insieme all'autista Rosario Di Salvo. Padre della legge Rognoni-La Torre, sulla confisca dei patrimoni illecitamente accumulati dalla criminalità organizzata, quella di La Torre è stata una delle figure di maggior spicco nel campo della lotta a Cosa nostra che, proprio per questa sua lungimiranza nella definizione di efficaci strumenti di contrasto alla mafia, ne decise l'eliminazione.

Camusso: Pio era innanzitutto un sindacalista
A ricordarlo, stamani in via Turba, c'era tra gli altri il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, che ha voluto porre l'accento sull'attività di sindacalista, ancor prima di politico, di La Torre. «Pio nasce innanzitutto come sindacalista - ha detto -. Non si è mai dimenticato che veniva dal mondo del lavoro, e ha continuato a connettere la lotta per i lavoratori all'iniziativa politica in Parlamento». Da qui il leader della Cgil ha tratto spunto per proseguire sottolineando la necessità «che il lavoro abbia sempre regole, diritti e certezze - ha detto - senza le quali diventa uno strumento di infiltrazione e difficoltà». Parlando sulla confisca dei beni, poi, Camusso ha osservato: «Ancora oggi intorno alla confisca dei beni si gioca la guerra alla criminalità organizzata, e gran parte del nostro lavoro di mobilitazione è perchè quelle confische diventino nuova attività produttiva, riconferma del lavoro, per chè non ci sia mai l'idea che lo Stato toglie il lavoro che la criminalità lo dà».

Domani sarò a Pozzallo per difendere il diritto alla libertà degli immigrati
Per la Camusso «la compenetrazione politica continua a manifestarsi laddove non è tracciato il confine della legalità tra l'attività pubblica, la concessione ai privati, le modalità con cui si fanno gli appalti e l'insieme di queste modalità di governo». Infine, a proposito di quanto sta accadendo nel Mediterraneo, con il flusso di migranti in continua ascesa, Camusso ha ricordato che domani sarà a Pozzallo in occasione della manifestazione nazionale dei sindacati per il Primo maggio, spiegando: «Domani sarò a Pozzallo perché non si può restare indifferenti alla strage che si ripete nel Mediterraneo. E perché anche lì c è una criminalità da sconfiggere, ed è quella di chi non fa accoglienza, o di chi la usa per fare affari. Come fa un Paese a definirsi libero - ha concluso -, se non riconosce ad altri la libertà, o la possibilità di conquistarsela?»