20 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Al Contardo Ferrini sperimentano la festa gender

Rinaldi: «Nell'asilo di mio figlio papà e mamma sono roba d'altri tempi»

Nella scuola dell'infanzia comunale di via di Villa Chigi abolita la Festa del papà. E si rischia di non celebrare nemmeno quella della mamma. Un genitore spiega al DiariodelWeb.it i motivi per cui ha deciso di intraprendere le vie legali

ROMA – Quest'anno, per la Festa del papà, i genitori dell'asilo comunale Contardo Ferrini, in via di Villa Chigi, nel quartiere Trieste, hanno ricevuto la peggiore delle sorprese. Il collegio docenti della scuola dell'infanzia, il 14 ottobre scorso, aveva infatti deciso di cancellare letteralmente dal calendario la ricorrenza: dunque, nessuna poesiola, nessun disegno sui cartoncini, nessun lavoretto da portare in dono. Ma proprio di sorpresa, per l'appunto, si è trattato, perché i papà lo hanno scoperto solo il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, quando i loro figli sono usciti dalle classi a mani vuote.

IL GENITORE: «UNA VIOLENZA» – E la sorpresa si è presto trasformata in rabbia, come racconta al DiariodelWeb.it il più combattivo dei genitori interessati, l'avvocato Guido Rinaldi: «Eliminare con un tratto di matita una festa che fa parte della nostra cultura, della nostra storia, della nostra stessa identità, per me è una violenza. La cosa più spiacevole è che ci siamo trovati di fronte al fatto compiuto. Questa vicenda riguarda nove sezioni: una pare sia stata informata dall'insegnante, ma le altre hanno subìto una totale carenza di comunicazione. Pensi che c'è stata una mamma che ha un bambino all'asilo comunale e un altro al vicino asilo statale: uno è uscito con il solito lavoretto e l'altro a mani vuote. Ma il problema non riguarda i lavoretti, bensì il ruolo della mamma e del papà. Dispiace vedere che queste cose avvengono in silenzio, sotto traccia. Quando si scopre il fatto compiuto, molte persone lasciano perdere, perché non hanno tempo o volontà o temono ritorsioni. Se non me ne fossi occupato io, la storia sarebbe morta lì, nonostante la quasi totalità delle famiglie fosse in disaccordo».

PARTE LA DIFFIDA – Rinaldi ha così deciso di intraprendere le vie legali, inviando una diffida al dipartimento servizi educativi di Roma Capitale e via email alla coordinatrice della scuola Ferrini. In questa lettera, l'avvocato chiede l'immediato annullamento della delibera del collegio docenti, preannunciando in caso contrario un ricorso al Tar. C'è un precedente: nel 2013 un'analoga cancellazione fu prima annunciata e poi ritirata a causa delle proteste dalla materna Ugo Bartolomei, nel quartiere Africano. Quale può essere, dunque, la motivazione che ha convinto gli insegnanti a prendere una decisione così controversa? «Nell'immediato ci hanno risposto che erano morti i papà di alcuni bambini. Sono fatti tristissimi, ma anzi questa ricorrenza può diventare l'occasione perché gli educatori provino a parlarne e ad aiutare un bimbo che soffre. Poi, leggendo la delibera del collegio docenti, abbiamo scoperto che la motivazione ufficiale sono 'i continui cambiamenti della famiglia'. Magari con i genitori venuti a mancare volevano far leva sulla commozione, ma qui si parla dell'ideologia gender. Spero tanto che non sia così, ma il fine recondito e inconfessato, forse, è quello di abolire il ruolo paterno e materno per confluire tutti in 'genitore 1' e 'genitore 2'. Facendo leva sull'indolenza italica, si porta avanti questo attentato strisciante: invece ritengo importante che si sia aperto un dibattito».

IL BIS CON LA FESTA DELLA MAMMA? – L'aspetto più paradossale, però, è che se davvero, come sostengono i genitori cattolici, la volontà della scuola era quella di trasmettere agli alunni la cosiddetta «teoria del gender», in realtà la mossa si è rivelata controproducente. Invece di dare una mano alla legittima richiesta di diritti delle coppie omosessuali, l'istituzione si è piuttosto resa protagonista di un discutibile rigurgito di politicamente corretto. «La nostra è una battaglia di libertà – concorda Rinaldi – I diritti vanno ampliati, invece di negare quelli che già esistono. Queste iniziative, al contrario, estremizzano e innescano conflitti che nessuno vuole. Qui le coppie omosessuali non c'entrano niente». Non resta che sperare in una vittoria del buonsenso, magari in tempi brevi, prima che lo scontro si riapra tra poco più di un mese in occasione della Festa della mamma: «Leggo sul giornale che l'assessore Paolo Masini è disponibile a un incontro – conclude il genitore – La volontà è di risolvere il problema. Oppure dobbiamo rischiare che si aboliscano anche la Pasqua e il Natale se c'è qualcuno che può ritenersene offeso? Facciamo una proposta seria: il sindaco dedichi la Festa della mamma a Sisa Abu Daooh, la donna egiziana che per 43 anni si è dovuta travestire da uomo per poter svolgere quei lavori che le erano proibiti e così mantenere la famiglia. Questo sì che sarebbe un vero progetto educativo e formativo».