20 marzo 2025
Aggiornato 05:30
In Burundi, un giornalista a rischio carcere per la sua inchiesta sull'uccisione di 3 suore italiane

Spadoni: siamo stati Charlie, ora dobbiamo essere Rugurika

La deputata cinque stelle Maria Edera Spadoni ha interrogato il Ministero degli Esteri a proposito del caso di Bob Rugurika, giornalista del Burundi che rischia il carcere per la sua inchiesta sulle tre suore italiane uccise lo scorso settembre. E che sarebbero state, secondo lui, testimoni scomodi dell'esistenza di traffici illeciti e truppe paramilitari.

ROMA - Era il settembre 2014, quando tre suore italiane, Lucia Pulici, Olga Raschietti e Bernardetta Boggian, sono state uccise barbaramente nella loro casa, nel quartiere più disagiato di Bujumbura in Burundi. Da alcuni mesi, si erano trasferite nel Paese per aiutare la popolazione locale. Ora, in questa già di per sè tragica vicenda, sta per essere aggiunta ingiustizia all'ingiustizia: perchè il direttore della Radio Publique Africaine (RPA), Bob Rugurika, conosciuto difensore dei diritti umani, è stato arrestato con l'accusa di «violazione del segreto di istruttoria», e rischia 20 anni di carcere. Una privazione di libertà dovuta all'inchiesta da lui realizzata sull'uccisione delle suore, e mandata in onda a metà gennaio.

UN'INCHIESTA NON APPREZZATA DAL GOVERNO DEL BURUNDI - A portare la questione alla Camera, la deputata cinque stelle Maria Edera Spadoni, che ha spiegato i poco noti retroscena della drammatica vicenda: «tale inchiesta», ha rivelato l'interrogante, «includeva un'intervista realizzata a un uomo che racconta di aver partecipato all'omicidio delle suore italiane per conto dei servizi segreti del Burundi; il testimone anonimo ai microfoni della RPA, si è presentato come membro del commando che trucidò le tre religiose per denaro, probabilmente perché venute a conoscenza dell'esistenza di truppe paramilitari e di traffici illeciti, in cui era implicato anche Adolphe Nshimirimana, all'epoca capo dei servizi segreti e dal novembre inviato della Presidenza della Repubblica per missioni speciali, uno degli uomini più potenti del Burundi». Le tre suore, insomma, sarebbero state testimoni scomode, e per questo sarebbero state barbaramente eliminate. La parlamentare ha fatto sapere che  «nei prossimi giorni la procura di Bujumbura dovrebbe formulare le accuse e se confermate, il giornalista burundese, attualmente agli arresti presso il centro di detenzione di Muramvya, a circa 30 chilometri dalla capitale, con l'accusa di violazione del segreto di istruttoria e soprattutto di complicità di omicidio, rischia fino a 20 anni di carcere»

UN GIORNALISTA SCOMODO - D'altronde, «una risoluzione è stata presentata al Parlamento europeo in risposta all'arresto di Bob Rugurika, ma anche per affrontare il tema più vasto della libertà d'espressione nel Paese». Infatti, Radio Publique Africaine è l'emittente radiofonica da sempre considerata dal regime burundese uno strumento dell'opposizione, e in particolar modo da Alexis Sinduhije, fondatore del nuovo partito politico chiamato Movimento per la solidarietà e la democrazia. Bisogna anche considerare il fatto che le rivelazioni giungono in un momento molto delicato per la vita politica del Paese: a maggio 2015 si terranno le elezioni legislative e, il mese successivo, quelle presidenziali. Il presidente uscente Pierre Nkurunziza ha esaurito i due mandati, ma da mesi si registrano manovre per permettergli di ripresentarsi per un terzo incarico, cosa che la Costituzione non consente; tra l'altro, risulterebbe che il generale Nshimirimana sia tra i capofila delle trame per la rielezione di Nkurunziza; secondo alcuni osservatori, è molto probabile che Rugurika rimanga in carcere almeno fino al 26 maggio, data delle prossime elezioni legislative.

LIBERTA' D'ESPRESSIONE A RISCHIO - Il problema di fondo, dunque, è proprio quello della libertà di espressione, diritto barbaramente negato, proprio di recente, dagli attentatori di Parigi, e ora rimesso in questione da tale complessa vicenda. Per questi motivi, l'interrogante chiede al Ministero degli Esteri  «se e quali chiarimenti abbiano fornito le autorità del Burundi in ordine alle poco trasparenti indagini in corso sulla morte delle tre suore italiane e quali iniziative siano state intraprese finora dal nostro Governo; quali iniziative diplomatiche si intendano adottare nei confronti delle autorità del Burundi in ordine alla controversa situazione in cui si è venuto a trovare il direttore della Radio Publique Africaine (RPA), Bob Rugurika, affinché venga garantita innanzitutto la sua incolumità e rilasciato al più presto, e per sollecitare, inoltre, il rispetto per la libertà di informazione». Il sottinteso è che, come tutti siamo stati senza esitazioni Charlie, questa volta dobbiamo essere Rugurika.