28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Moratoria contro la pena di morte

Grasso: «L'Italia ha un ruolo guida per i diritti umani»

Il Rapporto 2014 sulla pena di morte nel mondo, presentato dall'organizzazione internazionale «Nessuno tocchi Caino», registra una preoccupante controtendenza riguardo le esecuzioni capitali, che sono aumentate nelle democrazie cosiddette liberali. Il presidente del Senato interviene in vista della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite.

ROMA - «Nessuno tocchi Caino» è una lega internazionale di cittadini e parlamentare che si batte per l'abolizione della pena di morte nel mondo. Uno dei dati più negativi che emerge dal Rapporto 2014 presentato dall'organizzazione, riguarda le cosiddette democrazie liberali: contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, le esecuzioni capitali continuano ad essere praticate spesso sotto un preoccupante velo di «segretezza».

37 paesi praticano la pena di morte
Dei 37 paesi mantenitori della pena capitale, sono 7 quelli che l'organizzazione definisce di democrazia liberale. Di queste, sono state 6 quelle che nel 2013 hanno praticato la pena di morte e hanno effettuato in tutto 60 esecuzioni, l'1,5% del totale mondiale: Stati Uniti (39), Giappone (8), Taiwan (6), Indonesia (5), Botswana (1), India (1).
Secondo il rapporto, se nel 2011 erano stati solo 2 i Paesi democratici a praticare la pena di morte, Stati Uniti e Taiwan, nel 2012 sono diventati 5 con Botswana, Giappone e India, ai quali si è aggiunta l'Indonesia che ha ripreso le esecuzioni nel 2013 dopo una moratoria di fatto che durava dal 2008.

29 esecuzioni nei primi mesi del 2014
Mentre negli Stati Uniti si registra un'evidente e ormai irreversibile tendenza all'abolizione della pena di morte con sei Stati che l'hanno cancellata negli ultimi sei anni, negli altri Paesi democratici il dato è più preoccupante perché segna una tendenza opposta.
Nei primi mesi del 2014, fino al 30 giugno, i Paesi democratici che hanno praticato la pena di morte sono stati solo 3 e hanno effettuato in tutto 29 esecuzioni: Stati Uniti (23), Taiwan (5) e Giappone (1).

Grasso: Italia ruolo guida per diritti umani
Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha sottolineato come il rapporto presentato oggi «dà atto dell'opera di sensibilizzazione svolta dalle organizzazioni non governative come 'Nessuno tocchi Caino', ma ha anche ricordato che «questi risultati rappresentano un importante successo per la diplomazia italiana, e il rapporto lo conferma, a dimostrazione dell'influenza che il nostro paese può esercitare sulla scena internazionale quando, coerentemente con la propria storia e tradizione, si fa portatore di alte battaglie ideali».
In vista della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite, «il nostro Paese è chiamato, ancora una volta, ad assumere un ruolo di guida di tutti i paesi che sostengono la presentazione di una nuova risoluzione, che dovrebbe essere esaminata e votata dall'Assemblea generale a fine anno».
«Il mio sincero augurio
- ha concluso il presidente del Senato - è che l'azione del nostro paese possa contribuire a rendere questa iniziativa non una mera questione procedurale ma l'occasione per accelerare il cammino delle istituzioni e della legislazione penale verso standard sempre più elevati di tutela dei diritti umani e rispetto della dignità della persona».