4 ottobre 2024
Aggiornato 04:00
L'inchiesta

Matacena: «Scajola è come un padre per mia moglie»

Amedeo Matacena respinge le ultime indiscrezioni su presunti interessi condivisi con l'ex ministro arrestato perchè sospettato di aver aiutato l'ex parlamentare nella fuga dalla giustizia italiana. «Scajola è amico di famigila»

ROMA - Mai avuto rapporti di affari con Scajola, che è «un amico di famiglia» ed è «come un padre per mia moglie»: Amedeo Matacena respinge le ultime indiscrezioni su presunti interessi condivisi con l'ex ministro arrestato perchè sospettato di aver aiutato l'ex parlamentare nella fuga dalla giustizia italiana. «Scajola è amico di famiglia, mia moglie lo ritiene un padre perchè ha perso suo padre e Claudio ne è coetaneo», ha dichiarato l'ex deputato di Fi, latitante a Dubai, intervistato da Radio 24.

Silvio Berlusconi ha detto di non ricordarsi di lui, e la cosa, sostiene Matacena, non deve stupire. «E' facile che il presidente non si possa ricordare dei tanti deputati che hanno militato» nel suo partito.

Quanto a un possibile rientro in Italia, l'ex onorevole dice di pensarci «tutti i giorni», ma per ora non se ne parla: attenderà il giudizio della Corte di Strasburgo per violazione dei diritti umani e dei diritti della difesa e l'esito del ricorso straordinario alla Corte di Cassazione.

Oggi il Secolo XIX racconta di possibili rapporti di affari tra Matacena e Scajola su cui sta indagando la procura di Reggio Calabria. In particolare ci si concentra sulla 'Fera srl': «E' assolutamente inesatto, io non ho mai avuto rapporti di affari con la 'Fera' né ho mai operato nel campo dell'eolico - ha detto Matacena da Dubai intervistato da Radio 24 - e non ho mai avuto rapporti di affari con Scajola, assolutamente. Scajola è un amico di famiglia, lo è diventato, mia moglie lo ritiene un padre e tutte queste cose mi lasciano allibito».

Matacena ha aggiunto di non definirsi un latitante perché «nel momento in cui sono arrivato a Dubai nel tentativo di chiedere un asilo politico, come già fatto in Svizzera, sono stato arrestato e mi hanno ritirato il passaporto, in attesa che la pratica di estradizione con l'Italia venga definita. Sono di fatto prigioniero degli Emirati Arabi Uniti e se decideranno di estradarmi mi prenderanno e mi consegneranno alle autorità italiane. So che l'Italia ha fatto una richiesta di estradizione, la pratica è in itinere ma non so a che punto è».

Matacena ha fatto un ricorso contro la sentenza definitiva alla Corte europea dei diritti dell'Uomo: «Ci penso tutti i giorni al fatto di rientrare in Italia - ha aggiunto - ma ho già patito un carcere ingiusto, fui arrestato da de Magistris che dopo un mese di carcere chiese la mia assoluzione con sentenza in primo grado passata in giudicato. Però io ho fatto il carcere e de Magistris ha fatto politica ed è diventato sindaco di Napoli. Di fronte a questo, siccome io ho contestato la sentenza, anche se non lo prevede la legge sarebbe giusto che l'espletazione della pena fosse sospesa fino alla decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo». Matacena ha concluso dicendo di non avere mai pensato ad andare in Libano, e sulla presa di distanza di Silvio Berlusconi nei suoi confronti ha commentato: «Berlusconi dice che non mi conosce? Nel '94 la metà dei parlamentari a ogni elezione venivano cambiati, quindi è facile che il presidente non si ricordi di tutte le migliaia di persone che hanno militato nel suo partito. Ma è sotto gli occhi di tutti che moltissimi di questi uomini che hanno partecipato a quel progetto hanno pagato prezzi altissimi».