12 ottobre 2025
Aggiornato 08:00
L'inchiesta

Scajola non risponde al gip. Berlusconi: Ha «solo» aiutato un amico

«Voleva rispondere ma gli abbiamo consigliato di non farlo: vogliamo prima parlare con lui e studiare le carte», spiegano i legali. Scajola è accusato di aver favorito la latitanza di un altro forzista, Amedeo Matacena. Duro il commento del giornalista Rondolino: «La galera ha sostituito l'avviso di garanzia»

ROMA - Claudio Scajola, arrestato ieri nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Reggio Calabria con l'accusa di aver favorito la latitanza di Amedeo Matacena, si è avvalso della facoltà di non rispondere nell'interrogatorio a Regina Coeli davanti al gip Pierluigi Balestrieri.

L'EX MINISTRO STA BENE - L'ex parlamentare e ministro, nel carcere romano da ieri, «voleva rispondere ma è stata una nostra scelta perché non abbiamo ancora né parlato con lui né ricevuto le carte dell'inchiesta», ha spiegato l'avvocato Giorgio Perroni, che insieme ad Elisabetta Busuito assiste Scajola.
«La prossima settima, viste le carte, i pm torneranno a Regina Coeli e faremo l'interrogatorio, e Scajola darà una risposta sui fatti», ha sottolineato l'avvocato Perroni, riferendo che l'ex ministro «sta bene Ancora una volta - ha concluso l'avvocato - riusciremo a spiegare tutto».

LA DIFESA DI BERLUSCONI - «Mi sembra un'assurdità mettere in carcere un signore che è stato ministro degli Interni solo perché ha aiutato a cercare di trasferire un amico già in esilio». Lo ha detto l'ex premier Silvio Berlusconi commentando il recente arresto di Claudio Scajola. Forse, ha aggiunto Berlusconi intervistato a Telelombardia, si sarebbe potuto, «metterlo ai domiciliari».

RONDOLINO: LA GALERA HA SOSTITUITO L'AVVISO DI GARANZIA - Ma era necessario arrestare Scajola? «È molto difficile ravvisare nell’arresto di Claudio Scajola la presenza anche di un solo requisito richiesto dal codice», ha scritto su Europa Fabrizio Rondolino. «Scajola non stava fuggendo (e, nel caso, sarebbe bastato ritiragli il passaporto come per esempio è accaduto con Berlusconi), non inquinava nessuna prova perché al momento prove contro di lui non ce ne sono, né tantomeno era in procinto di reiterare il reato». Per Rondolino, «la parabola di questi vent’anni è agghiacciante... Oggi la galera ha sostituito l’avviso di garanzia».