1 dicembre 2023
Aggiornato 08:30
Giustizia

«Posso solo auspicare una convergenza in Parlamento su un provvedimento di clemenza»

RP | RP | Il ministro della Giustizia Cancellieri spera nell'indulto e annuncia: «In uno dei prossimi Consigli dei ministri porteremo un pacchetto di provvedimenti che inciderà sui processi civili e penali e sui problemi delle carceri. Passato questo momento difficile approfondiremo questi temi in uno dei prossimi Cdm»

ROMA - «Come ministro della Giustizia posso solo auspicare una convergenza in Parlamento su un provvedimento di clemenza», è stato il primo commento di Annamaria Cancellieri, a conclusione di un convegno al Senato su amnistia, indulto e riforma della giustizia. Il titolare della Giustizia, parlando alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha richiamato sulla necessità di «un accordo» su un provvedimento che «superi la maggioranza politica contingente» per far fronte al grave problema del sovraffollamento delle carceri italiane.

NON FAREMO ERRORE 2006 - Cancellieri ha detto: «Nessuno vuole ripetere l`esperienza del 2006, ma - avendo delineato un complesso e articolato progetto riformatore, paragonabile per capacità di innovazione solo all'introduzione dell'ordinamento penitenziario repubblicano del 1975 - la riduzione della popolazione detenuta di circa 20mila unità, quale conseguirebbe dall'adozione di un indulto di tre anni, riporterebbe il sistema in condizioni di efficienza tali da consentire nel migliore dei modi il decollo del nuovo modello di esecuzione penale che proponiamo».

FATTI TANTI ERRORI - «D`altro canto, - ha aggiunto - se nella storia dell'Italia repubblicana, i provvedimenti generali di clemenza sono stati di sovente utilizzati impropriamente, per mero alleggerimento degli istituti di reclusione e delle pene che in essi si scontavano, certamente meritorie furono le amnistie che accompagnarono la fine dell'esperienza bellica e l`entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale».

PACCHETTO GIUSTIZIA IN ARRIVO - Quindi la titolare della Giustizia ha annunciato: «In uno dei prossimi Consigli dei ministri porteremo un pacchetto di provvedimenti che inciderà sui processi civili e penali e sui problemi delle carceri. Passato questo momento difficile approfondiremo questi temi in uno dei prossimi Consigli dei ministri».

ARRIVERA' GARANTE DETENUTI - Tra le misure urgenti allo studio del ministero della Giustizia per affrontare il problema del sovraffollamento delle carceri e la tutela dei diritti dei detenuti c'è la creazione di un garante nazionale dei detenuti. Cancellieri ha spiegato:
«Al garante nazionale dei detenuti saranno affidati anche compiti d'intervento presso l'amministrazione giudiziaria con la facoltà di presentare reclami alla magistratura di sorveglianza per i detenuti in casi di inadempienza. E' un organo indipendente preposto a una tutela extra-giudiziale dei diritti di quanti si trovano ristretti negli istituti penitenziari. Al garante - ha spiegato il ministro - saranno attribuiti compiti di interpello dell'amministrazione penitenziaria, affinché provveda in tempi brevi a dare attuazione alle istanze legittime dei detenuti. Sarà riconosciuta la facoltà di proporre, anche avvalendosi della collaborazione degli organismi forensi e delle associazioni di volontariato, reclamo alla magistratura di sorveglianza, in luogo e per conto dei detenuti, in caso di inadempienza dell'amministrazione. Peraltro, attraverso il Garante nazionale dei detenuti, - ha concluso Cancellieri - potremo almeno parzialmente ottemperare a un preciso obbligo internazionale che chiede all'Italia di istituire, entro la prossima primavera, un`autorità indipendente di monitoraggio dei luoghi di privazione della libertà».

RIDURRE PRESENZE IN CARCERE - La Guardasigilli ha proseguito: «Sin dall'insediamento del governo ho sottolineato, in ogni sede, come l'emergenza carceraria sia una priorità assoluta del mandato a cui sono stata chiamata dal presidente del Consiglio». Da qui, la «immediata adozione di un decreto-legge volto a ridurre le presenze e gli ingressi in carcere attraverso una prima modifica dell'istituto della custodia cautelare e la cancellazione di alcune limitazioni ingiustificate nell'accesso ai benefici penitenziari e alle alternative alla detenzione. A quel primo decreto-legge farà seguito, a breve, - un pacchetto di provvedimenti in materia di giustizia, che proporrò in uno dei prossimi consigli dei ministri e che affrontano alla radice le disfunzioni del sistema, sia nel settore civile che nel settore penale».

TAGLIARE TEMPI PROCESSI - Il ministro ha spiegato di cosa si tratta: di «interventi nelle procedure, con il comune obiettivo di ridurre i tempi del processo e semplificare le forme, rafforzando però le garanzie per le parti, e in speciale modo per l`imputato. Ma anche interventi sul sistema penitenziario, per potenziare le alternative alla detenzione e garantire i diritti dei detenuti». Per quanto riguarda il processo penale, si «intende anzitutto agire sui cosiddetti flussi in entrata, introducendo meccanismi di deflazione del carico giudiziario, capaci di eliminare, già in fase di indagine, gli accertamenti che, per la modestia degli interessi concretamente in gioco, non meritano l`accertamento processuale».

EFFICENZA PROCESSUALE - L'obiettivo ha detto ancora il ministro, «è potenziare l`efficacia deflattiva dei riti speciali senza dibattimento e si vuole agire risolutivamente sul sistema delle notificazioni degli atti processuali. Altro importante obiettivo dell'intervento in materia processuale penale è quello di sfruttare quanto più possibile il momento dell'udienza preliminare, facendone un luogo di preparazione del futuro giudizio dibattimentale». Ulteriori punti qualificanti della riforma sono, ha elencato Cancellieri: il rafforzamento delle garanzie degli imputati in custodia cautelare e, con attenzione rivolta all'efficienza processuale, la previsione di una disciplina della prova dichiarativa, già assunta in dibattimento, nel caso in cui esso debba essere rinnovato per mutamento del giudice. Infine, il ministro ha sottolineato che tra le misure previste nel pacchetto c'è una «calibrata revisione del meccanismo delle impugnazioni, nella prospettiva di rafforzare la vocazione accusatoria del processo e la funzione di garanzia dei ricorsi»

NON INDEBOLITA DA LIGRESTI - «Ognuno la pensa a modo suo... Io la penso diversamente», il ministro della Giustizia, a margine di un convegno sulla giustizia, ha risposto alla domanda se la vicenda Ligresti possa avere indebolito il suo ruolo di ministro nel governo Letta.