24 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Partito Democratico

Epifani al contrattacco: «Il governo non andrà avanti solo su nostra responsabilità»

Il segretario Pd al Pdl: «Noi non vogliamo rivedere il film del governo Monti. Noi per esecutivo di servizio, non di pacificazione». A Letta: «La manovra deve essere orientata a sostenere ogni stimolo agli investimenti e all'occupazione, a finanziare politiche sociali». Sul partito: «Propongo la chiusura del congresso l'8 dicembre»

ROMA - Il Partito democratico (Pd) ha aperto la propria assemblea nazionale a Roma, con il segretario Guglielmo Epifani che ha speso le sue prime parole per attaccare il video-messaggio di Silvio Berlusconi. Secondo Epifani, il leader dl Popolo della libertà (Pdl) ha posto una «ipoteca» sul governo che «appesantisce clima e prospettive».

PAROLE DI BERLUSCONI APPESANTISCONO CLIMA - «Tutto sembra ruotare, e in parte ruota, sul rapporto tra le vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi, le scelte del suo partito e le conseguenze sulla vita del governo, ha esordito Epifani. Non ci voleva molto per capire che senza una distinzione tra le vicende personali e quelle politiche tutto si sarebbe intorbidito. Ne abbiamo avuto una riprova - ha aggiunto - con il video che Berlusconi ha trasmesso e che, al di là della foto ingiallita e della propaganda a piene mani, appesantisce clima e prospettive. Al di là del copione stantio che propone non va sottovalutato. E' chiara l'ipoteca che pone: non più un governo di pacificazione, tema che non aveva fondamento, ma un governo che deve avere un contenuto e un programma, naturalmente la parte del centrodestra. Per noi il governo di servizio è un'altra cosa».

PD PRETENDE RISPETTO - Quindi il segretario ha rivendicato: «Il Pd è il primo partito italiano e pretende rispetto». Noi, ha ricordato l'ex sindacalista, «abbiamo avuto attenzione ad usare le parole giuste e rispettose dei problemi Berlusconi e della sua parte politica ma devo dire con franchezza che in quel video messaggio e con le accuse fatte non c'era uguaglianza di rispetto c'era invettiva verso quello che rappresentiamo, ma noi rappresentiamo oggi il primo partito del nostri paese, elettori, cittadini che chiedono e pretendono rispetto».
Il Pd non è disposto ad accettare ancora che il Pdl porti in politica una «vicenda personale» ha aggiunto Epifani, spiegando che questo è anche l'umore degli elettori del partito: «Siamo stanchi, irritati, per questo esasperato uso di una vicenda personale. Non se ne può più».
Il segretario del Pd ha ribadito la stima del partito «per il lavoro fatto dal presidente Napolitano, anche quando ha ricordato i valori essenziali dell'imparzialità e del rispetto che si deve alla magistratura. Noi - ha ricordato Epifani - abbiamo tenuto una posizione ferma sui principi dello stato di diritto quando abbiamo detto con forza che si stava mettendo in discussione il principio che la giustizia è uguale per tutti e nessuno è sopra ordinato alle leggi».

NOI PER FISCO EQUO E GIUSTO - Epifani ha quindi spiegato gli obiettivi del Pd nel governo Letta: «Il Pd non è il partito delle tasse ma del fisco giusto ed equo, che dice mai più condoni e che bisogna far pagare le tasse a chi non le paga e siamo i difensori del principio che chi più più paga». Il segretario del Pd ha quindi avvertito che non si devono fare «scelte che comprimono altri bisogni mettendo nuove tasse. Troverei fortemente sbagliato - ha detto - che dopo aver tolto parte dell' Imu si vada ad aumentare di un punto l'Iva perché mentre con la prima parli soprattutto ai ceti medio-alti, con la seconda colpisci i ceti popolari».

MANOVRA VALORIZZI PARTI SOCIALI - Il Pd ha presentato poi la sua lista di richieste a Enrico Letta in vista della legge di stabilità, invitando a «tenere fermi alcuni principi fondamentali: la manovra deve essere orientata a sostenere ogni stimolo agli investimenti e all'occupazione, a finanziare politiche sociali... Se noi allentassimo il patto di stabilità degli enti locali potremmo con poco fare molto lavoro», ha detto Epifani. Il segretario Pd ha ricordato che le risorse sono poche e che a seconda di come vengono impiegate si potrà giudicare il «grado di equità della manovra. Bisogna che il governo nella predisposizione della manovra valorizzi il rapporto con le parti sociali».

NON VOGLIAMO RIVEDERE FILM DI MONTI - Quanto al premier, Epifani ha sostenuto che sarà lo stesso Enrico Letta a «mettere alla prova» la volontà del Popolo della libertà (Pdl) di sostenere l'esecutivo. Il segretario Pd ha avvertito il Pdl che il Pd non accetterà di essere la parte responsabile della maggioranza mentre Silvio Berlusconi fa ciò che vuole e aggiunge: «So bene che il presidente del Consiglio è consapevole di questo: lo ha ripetuto Enrico Letta tante volte, quando ha ricordato che non ci sta a farsi logorare. Sarà lui che si impegnerà, ne sono sicuro, a mettere alla prova la volontà di chi sostiene il governo. Non si può affrontare questa fase restando al buio o con strategie diverse tra i soggetti che danno vita alla maggioranza. Questo è un governo di servizio ma per farlo andare avanti non è sufficiente la responsabilità di uno solo, non solo la nostra scelta e la nostra responsabilità. Noi non vogliamo rivedere il film del governo Monti. C'è un limite al trasformismo e all'opportunismo».

PRIMARIE 8 DICEMBRE - Nel finale del suo intervento il segretario del Pd ha proposto l'8 dicembre come data per le primarie, che chiuderanno il congresso del partito.
«Da statuto spetta al presidente fissare la data: ho parlato con i due vice-presidenti (poiché il presidente in questo momento non c'è, ndr) e propongo, a nome loro, di fissare la data dello svolgimento finale del congresso per l'8 dicembre. La commissione sta ancora lavorando, per parte mia voglio definire il senso che dobbiamo dare a questo congresso. Abbiamo bisogno di un congresso che definisca il nostro profilo, chi siamo, il nostro disegno di cambiamento per il paese. Abbiamo bisogno meno di un congresso che parli al nostro interno e più di un congresso che sappia parlare al paese. Un partito aperto, leggero, a rete, ma che sia un partito che sappia discutere e decidere e che dopo mantenga le decisioni. Abbiamo bisogno di una guida forte e di organismi dirigenti e abbiamo bisogno di ridurre il ruolo delle correnti in favore di un pluralismo più forte. Dobbiamo restare un partito radicato sul territorio, rafforzare il ruolo dei circoli. Serve un partito in grado ricostruire, di rappresentare una forza di cambiamento».

DISTINGUERE PREMIERSHIP DA SEGRETARIO - Tra le decisioni allo studio c'è quella su «come rimettere un po' d'ordine tra la figura del segretario del partito e quella di chi si candida a guidare il paese, credo che abbiamo trovato formule che tolgono l'automatismo senza mettere in discussione l'autorevolezza e il prestigio di chi guida il partito», ha aggiunto Epifani.
Poi, c'è la necessità di «partire dal basso», perché «i nostri iscritti e militanti ci chiedono di fare una discussione partendo dai circoli. Credo che abbiamo fatto bene a difendere il principio delle primarie aperte», ha concluso il segretario del Pd.