18 aprile 2024
Aggiornato 13:30
L'ex Magistrato ed esponente della sinistra promuove le scelte del 5 Stelle

Imposimato: Grillo l’ho votato e lo rivoterei

Per l’istruttore del Processo Moro e relatore dell’Antimafia l’inesperienza dei grillini è molto meno pericolosa di esperienze al servizio della mala politica

ROMA - Ferdinando Imposimato non ha esitazioni, alla domanda se alla luce di come Beppe Grillo sta gestendo il successo elettorale del Movimento 5 Stelle gli rinnoverebbe ancora il voto risponde con «sì» secco. senza tentennamenti.
Eppure, osserviamo, sono in molti, anche fra quelli che guardano al Movimento con interesse, ad obiettare a Grillo che oggi la governabilità viene al primo posto se non si vuole rischiare di vedere saltare il banco.

Governabilità senza ricatti - «La governabilità - risponde Imposimato con la stessa prontezza - è sicuramente un valore, ma non va perseguita a costo di rinunciare ai diritti fondamentali, primo fra tutti quello di vedere realizzata una democrazia partecipata nella quale si affermi il principio di uguaglianza per ogni cittadino di poter accedere alle cariche pubbliche a pari condizioni».
Ferdinando Imposimato che oggi, a 76 anni, ed è presidente emerito aggiunto della Corte di Cassazione, sostiene da tempo che l’Italia è ben lungi dal garantire ai suoi cittadini quanto è sancito nell’articolo 3 della Costituzione che, a suo avviso, non riguarda solo l’uguaglianza di ogni italiano davanti alla legge, ma anche davanti all’amministrazione della cosa pubblica.

Conflitto di interessi nodo centrale - Quale è il punto mancate nell’architrave della nostra società che provoca all’Italia questo perenne stato di instabilità?, chiediamo all’uomo della Repubblica che più si è addentrato nei meandri oscuri che percorrono l’Italia, prima come magistrato, poi come parlamentare e membro della Commissione Antimafia.
«Purtroppo siamo ancora molto lontani dalla realizzazione di quel principio di uguaglianza davanti alla cosa pubblica che riguarda la disparità abissale fra i piani alti e piani bassi delle retribuzioni o la sproporzione a favore di bonus che il più delle volte sono del tutto scollegati al conseguimento dei risultati, ma è soprattutto assente nell’accesso alle cariche elettive».

Berlusconi inelegibile - «E’ una realtà che abbiamo toccato con mano anche nelle ultime elezioni: c’è chi ha dilagato su giornali e televisioni, chi invece è stato completamente oscurato, quando tutti sanno che il 70 per cento di chi va a votare è fortemente influenzato da ciò che vede in Tv.
Questo è tanto vero che non stento a credere che se la campagna fosse durata altri quindici giorni, con il dilagare ovunque di Berlusconi, il Pdl avrebbe vinto le elezioni sia alla Camera che la Senato, nonostante l’inelegibilità del Cavaliere sia sancita dalla legge che vieta di ricoprire incarichi pubblichi a chi è titolare, direttamente o indirettamente di concessioni dello Stato»
.

Le dimenticanze della sinistra - Forse quello che lei afferma non è chiaro a tutti, visto che la sinistra due volte è andata al governo e due volte si è dimenticata di fare approvare una legge sul conflitto di interessi
Ferdinando Imposimato accenna ad un sorriso prima di rispondere: » Ormai è accertato che ci furono accordi precisi fra Prodi, D’ Alema e Berlusconi perché le televisioni non fossero toccate: risulta da quanto affermò lo stesso Violante in una audizione in Commissione».
E' stato sconfitto il consociativismo sottobanco «Sono convinto - continua Imposimato - che alla base del successo di Grillo ci sia il rifiuto da parte di una fetta importante di elettorato di questo eterno clima di consociativismo sottobanco».

Mi sembra di aver capito che è un rifiuto che ha contagiato anche lei, che pure è stato eletto nel 1987, nel 1992 e nel 1994 nelle liste della sinistra
«Come indipendente di sinistra» corregge.

E’ solo il torbido fiume carsico che scorre fra destra e sinistra a spingerla a votare Grillo?
«No quello che mi ha convinto è stata l’incapacità della sinistra di aprirsi ad un rinnovamento ormai improcrastinabile, incapacità dimostrata anche con le barricate contro Renzi. Senza contare il pericolo di rivedere rispuntare D’Alema e Veltroni come ministri, o la riproposta di Zavoli che in tre legislature non ha fatto nulla per contenere lo strapotere televisivo di Berlusconi».

Di Grillo mi piace quello che fa

Queste sono motivazioni che fanno parte del passato, oggi ha affermato che rivoterebbe Grillo, perché?
«Quello che mi ha colpito non è solo quello che dice, ma quello che fa, tipo il dimezzamento degli stipendi degli eletti nel suo Movimento. E poi sono d’accordo con Grillo nel dire che il programma di Bersani è evanescente: contiene delle enunciazioni senza spendere una riga a spiegare come e in quali tempi le realizzerà. Il conflitto di interessi, per esempio, naviga fra tanti altri proponimenti, ma non specifica come intende affrontarlo, con quali punti fermi: platonicamente anche Frattini si era esercitato nella materia».

Piena fiducia al rinnovamento dei grillini - Sulla Repubblica sono state riportate fra virgolette le perplessità di Dini e Pisanu nei confronti della possibilità che gli eletti del Movimento 5 Stelle facciano parte di Commissioni come il Copasir e l’Antimafia. Lei ritiene che l’inesperienza dei cosiddetti grillini possa costituire un pericolo?- Imposimato non risponde direttamente a questa domanda, ma rimanda alla capacità dimostrata da molti suoi colleghi «esperti» della commissione antimafia nell’avvolgere in una cortina fumogena quelle che a suo avviso avrebbero dovuto essere le risultanze emerse nella vicenda della trattativa Stato mafia. Come a sottintendere che alcune ingenuità dei nuovi arrivati siano da preferirsi senza dubbio alcuno all’abilità di alcuni giocolieri dei lavori parlamentari.

Su Referendum ed Europa non sto con Grillo

Ma è d’accordo anche sull’esercizio della democrazia diretta esercitata attraverso i referendum propositivi sul modello svizzero?
«No - risponde secco Inposimato - su questo punto divergo da Grillo.
Sono un assertore della partecipazione, ma le leggi non le possono fare tutti indiscriminatamente. Se al posto di Grillo mettessimo l’esercizio legislativo diretto nelle mani di Berlusconi credo che ne vedremmo delle belle»
. E a conforto della sua tesi Imposimato apre una finestra del suo sapere con una serie di citazioni che vanno da Pericle a Toqueville passando per Aristotele.

E’ vero che anche sull’Europa la sua posizione diverge da quella di Beppe Grillo?
«Io credo nella buona fede di Grillo, ma la materia è complessa e non si risolve certamente con quattro battute. Riguardo l’Euro ritengo che se fossimo restati ancorati alla lira oggi con il nostro debito staremmo sicuramente molto peggio. Infine non bisogna dimenticare che alla costruzione dell’Europa è strettamente legato il mantenimento della pace di cui godiamo i frutti da molti decenni. Altro che meno Europa, molta di più ce ne vorrebbe, fino al sogno di inglobare nei suoi confini tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, e in primo luogo Israele e la Palestina», conclude Ferdinando Imposimato, allargando lo sguardo oltre la finestra dello studio che lo ospita, verso le sponde del fiume Tevere, le cui acque scorrono lente mentre segnano un tempo che per essere effettivamente presente non può dimenticare di venire da lontano con l’obbligo di andare lontano.