29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Troppo spreco di tempo e carta

La carica dei M5S alla Camera

Il gruppo passa indenne le prime tre votazioni sul presidente della Camera e vota compatto, come stabilito nell'assemblea dei deputati di giovedì, per Roberto Fico. Soltanto nel primo scrutinio il napoletano raccoglie 108 voti anziché 109, uno in meno perché qualcuno si è sbagliato e ha scritto «Raffaele» forse pensando all'ex fidanzata di Mario Balotelli

ROMA - Nessuna defezione: il gruppo del Movimento 5 Stelle passa indenne le prime tre votazioni sul presidente della Camera e vota compatto, come stabilito nell'assemblea dei deputati di giovedì, per Roberto Fico. Soltanto nel primo scrutinio il napoletano raccoglie 108 voti anziché 109, uno in meno perché qualcuno si è sbagliato e ha scritto «Raffaele» forse pensando all'ex fidanzata di Mario Balotelli, napoletana anche lei. Nei due successivi ne ottiene di più di voti: 110 e 113. Forse qualcuno arriva da Sel visto che Nichi Vendola nel pomeriggio esorta i colleghi del centrosinistra a votare per Fico.

Compatti nel voto e compatti anche in Aula dove, in linea con le promesse fatte da Beppe Grillo in campagna elettorale («Ci siederemo dietro ognuno di loro») i grillini decidono di sedersi nelle ultime file dell'Emiciclo sparpagliati in modo da occupare ben cinque blocchi: staranno tutto il giorno dietro ai deputati del Pdl, di Scelta civica e del Pd, dunque. I posti sono provvisori, a inizio legislatura ognuno si siede dove gli pare, ma loro vorrebbero tenerselo quel posto da «controllori». Se gli verrà concesso, lo deciderà il nuovo ufficio di presidenza di cui peraltro il Movimento 5 Stelle farà parte almeno con un vicepresidente e, se vince la battaglia che ieri la capogruppo Roberta Lombardi ha promesso di voler combattere fino in fondo, anche con un Questore.

Come dei bravi scolari al loro primo giorno di scuola, i deputati grillini restano in Aula per tutta la durata della seduta, dalle 10.30 alle 19.30, con una pausa pranzo e una verso le 17. Restano lì nonostante la votazione sia nominale per schede e quindi non richieda la presenza fissa tra i banchi. Mentre i colleghi dei partiti tradizionali, Pd - il gruppo più rinnovato dopo i 5 stelle - compreso, lasciano l'Assemblea subito dopo aver votato, loro rimangono al proprio posto per tutta la durata degli scrutini (circa due ore l'uno) e per il rituale dello spoglio scheda per scheda che comunque dura un'ora circa. Un'attesa interminabile e una 'farraginosità' di cui si comincia a lamentare la Lombardi: le procedure di voto per eleggere i presidenti delle Camere, dice ai cronisti, sono «uno spreco assurdo di denaro pubblico», costeranno «420.000 euro» per le spese dei parlamentari, «senza considerare i soldi che si spengono per le strutture. Con un metodo normale, in tempi moderni, il voto potrebbe durare mezzora...Qui ci sono persone pagate profumatamente, che poi potrebbero dedicarsi ad altre attività. Noi non siamo geni della lampada, altri ci avranno pensato. Ma forse a molti fa comodo venire qui anche domani per prendere la diaria...Mi piacerebbe un voto più rapido per tutto, si può lavorare in modo più efficiente. Non si può perdere un giorno e mezzo... Il Paese ha fretta di uscire dal baratro». In realtà la diaria, cioè il rimborso di 3.503,11 euro mensili che spetta a ogni deputato per il soggiorno a Roma, viene percepita comunque a fine mese e decurtata solo in caso di assenza da una seduta con votazioni.

Dopo le dichiarazioni della Lombardi, si sfogano su twitter e facebook anche gli altri i neo deputati grillini: «Anche la terza votazione è andata a vuoto. Riconvocata domani mattina. Quanto è costata ai contribuenti questa giornata inutile?!», scrive Paola Carinelli. «Siamo stati in aula tutto il giorno. Per votare il nostro Presidente. I partiti solo schede bianche. Se è serietà questa. Noi non molliamo», osserva Luigi Di Maio. «Terza votazione. Qui - confessa Mirella Liuzzi - in ultima fila ci siamo tolti le scarpe. Pronostici sui voti per Roberto questa volta? Superiamo 110?». Ne approfittano per studiare il regolamento della Camera, i resoconti delle commissioni della scorsa legislatura. A fine seduta, alle 19.30 circa, si regalano un applauso: lo fa partire Fico. In Aula sono rimasti solo loro. Il candidato alla terza carica dello Stato esce esausto: «Vorrei dormire qui...», confessa alla collega Giulia Sarti. Domani si ricomincia. Alle 11 c'è il quarto scrutinio. Prima ci sarà una serie di riunioni degli altri gruppi che oggi hanno votato scheda bianca. Loro, i grillini, certamente si vedranno un po' prima, ma la posizione non cambia: «Votiamo Fico sempre». Non fanno breccia per ora i volantini lasciati da un autore ignoto sui divani del Transatlantico sui quali si ricorda l'articolo 67 della Costituzione: 'Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato'. Proprio quell'articolo della Costituzione criticato più volte da Grillo.