Fedeli curiosi e Cardinali non elettori a San Pietro
Cresce l'attesa per prima fumata. Code per visitare la basilica. Numerosi gli esponenti delle forze dell'ordine. La protezione civile dà una mano a regolare il traffico. L'attesa per la prima votazione è già alta, ma nessuno vuole sbilanciarsi in pronostici
CITTÀ DEL VATICANO - Quattro maxischermi ai lati della basilica trasmettono in diretta la messa «Pro Eligendo Romano Pontifice». E' ancora mattina e su Roma si è abbattuto un violento temporale. I fedeli a Piazza San Pietro non se ne curano. Stanno in silenzio a guardare le immagini, l'ombrello aperto, nessun mormorio. Sono già arrivati in centinaia, alcuni curiosi, altri semplici visitatori. Ma molti sono qui proprio per l'inizio del Conclave, nel pomeriggio di oggi.
Quando la pioggia si fa più intesa, ci si ripara sotto il colonnato. I fedeli si confondono con i curiosi. E i giornalisti. Scattano foto, girano immagini con piccole telecamere. Proprio come i professionisti della stampa, appostati a ogni angolo, per avere la migliore inquadratura. Qualcuno riprende la folla, altri tengono l'obiettivo puntato sul comignolo montato sopra la Cappella Sistina. Troppo presto. La prima fumata (nera) è prevista dopo le 19.
Assai numerose le persone in attesa di visitare la basilica alla fine della messa, in coda dalle prime ore del mattino. Riusciranno a entrare solo dopo mezzogiorno. La celebrazione si conclude intorno alle 11.45, la basilica si svuota molto lentamente. Escono prelati, seminaristi, fedeli. E un nutrito gruppo di cardinali non elettori. Renato Raffaele Martino attraversa la piazza a piedi, scortato dalla polizia che lo protegge da giornalisti e fotografi. C'è persino chi lo confonde con l'americano Timothy Dolan. Ovviamente non è lui, partecipa al Conclave, è tra i papabili. Qualcuno prova a fargli una domanda, lui declina. Gentilmente, con un sorriso, facendo un cenno con una mano.
Numerosi gli esponenti delle forze dell'ordine. La protezione civile dà una mano a regolare il traffico. L'attesa per la prima votazione è già alta, ma nessuno vuole sbilanciarsi in pronostici. Nabil è un seminarista al Collegio Propaganda Fide. E' originario del Sudan. «Non è importante sapere da dove arrivi il nuovo Papa, se dall'Africa, dall'America o dall'Europa. La Chiesa è universale. Abbiamo solo bisogno di un Pontefice che sappia riconoscere i bisogni della Chiesa», afferma. Non lontano c'è un gruppo di francescani. Sorridono, salutano i fedeli. Tra loro, Fra Volantino Verde, siciliano di Noto. «Non credevo in Dio», racconta. «Da giovane amavo la vita notturna, andavo in moto a 200 all'ora, mi divertivo molto. Poi ho avuto bisogno di Dio, l'ho cercato e l'ho trovato. Ho capito che qui c'è la pienezza». Il nuovo Papa? Gli piacerebbe un Pontefice carismatico, riformista. «Un nuovo Paolo VI non farebbe male a nessuno», dice mentre la piazza si svuota un po'. E' ora di pranzo, meglio mangiare un boccone, l'attesa sarà lunga.
- 16/03/2013 «Vorrei una Chiesa povera»
- 16/03/2013 Jorge Mario Bergoglio, il primo Papa della globalizzazione
- 15/03/2013 Francesco punta a un Pontificato di onestà
- 14/03/2013 Eletto Papa il gesuita argentino Bergoglio: Francesco I