29 novembre 2023
Aggiornato 20:00
Martedì il via al Coclave

Entro fine settimana il futuro Papa?

Slitta prevedibilmente a inizio della settimana prossima - forse martedì ma non è escluso anche più in là - l'avvio del Conclave che eleggerà il successore di Benedetto XVI. Un Conclave che, dopo il dilungarsi delle discussioni previe, potrebbe essere breve e giungere in pochi giorni a scegliere il 265esimo successore di Pietro

CITTÀ DEL VATICANO - Slitta prevedibilmente a inizio della settimana prossima - forse martedì ma non è escluso anche più in là - l'avvio del Conclave che eleggerà il successore di Benedetto XVI. Un Conclave che, dopo il dilungarsi delle discussioni previe, potrebbe essere breve e giungere in pochi giorni - entro la fine della settimana prossima - a scegliere il 265esimo successore di Pietro.

I cardinali riuniti in congregazione generale non hanno preso una decisione né nel corso della riunione mattutina né in quella pomeridiana. La motivazione è solo apparentemente tecnica. L'ultimo cardinale elettore, il vietnamita Pham Minh-Man, è giunto a Roma ed ha giurato solo nella congregazione generale del pomeriggio. Da domani i 115 porporati elettori potranno decidere, verosimilmente già nella congregazione della mattina, quando entrare nella Cappella Sistina per iniziare le votazioni. «Giorni di congregazioni generali si avviano a conclusione», ha scritto oggi su Twitter il controverso cardinale statunitense Roger Mahony. «Si avvicina scelta di data del Conclave. Atmosfera di entusiasmo prevale tra i cardinali». Ma il nodo della data del Conclave ha, in realtà, una natura politica.

Nessuno vuole perdere tempo, neppure tra i cardinali «stranieri», tutti piuttosto ansiosi di tornare a casa per le cerimonie della settimana santa che precede la Pasqua. Ma se in Curia c'è chi vorrebbe accelerare, arrivando a chiudere in tempi brevi l'anomalia aperta dalle dimissioni-choc di Benedetto XVI, tra i cardinali «non romani» molti, a partire dagli statunitensi e dai tedeschi, non vogliono vidimare soluzioni precotte. Niente fretta, allora.

Le congregazioni generali servono per scandagliare ogni questione. Non solo nuova evangelizzazione e secolarismo, carità per i poveri e collegialità episcopale, ma anche lo scandalo dei Vatileaks e i problemi di governance della Curia romana, la pedofilia e lo Ior. Sul tappeto anche le questioni finanziarie: oggi sono stati ascoltati i tre cardinali a capo dei dicasteri economico-amministrativi, i 'bertoniani' Giuseppe Bertello (Governatorato), Giuseppe Versaldi (Affari economici) e Domenico Calcagno (Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica). E poi ci sono gli utilissimi 'coffee break', che negli ultimi giorni tendono ad allungarsi, perché - sono parole del portavoce vaticano Federico Lombardi - «c'è un intenso colloquio e incontro tra i singoli cardinali che quindi possono scambiarsi impressioni o prendere appuntamenti o organizzare la loro ulteriore ricerca di informazione». Più che nelle assemblee, insomma, è davanti a una tazzina di caffè che si raccolgono informazione dai tre cardinali detective che hanno indagato sui Vatileaks, si passano ai raggi X i curriculum, si si immagina l'interlocutore vestito di bianco. Solo dopo - è l'opinione della maggior parte dei cardinali - si potrà passare all'identikit del futuro Papa (sul quale iniziano a esserci i primi interventi) e stabilire con certezza quando i tempi sono maturi per entrare in Conclave. La scelta dipende dal collegio cardinalizio, ha chiosato oggi il portavoce vaticano, «il che vuol dire che il decano che conduce le riunioni cerca di percepire qual è il sentire del Collegio e quando sia il momento opportuno per proporre eventualmente la questione della data e di una votazione sulla data. Per ora - ha detto Padre Lombardi - non è stato fatto».

L'ipotesi è confortata dall'esempio del 2005, sebbene fare paragoni sia difficile. Benedetto XVI si è dimesso, mentre per Giovanni Paolo II si attesero, dopo l'avvio della sede vacante (due aprile), 16 giorni (il 18 aprile) che comprendevano i nove giorni prescritti per le esequie (novendiali). Proprio per lasciare liberi i cardinali di convocare il Conclave prima dei 15 giorni consueti dall'avvio della sede vacante, Benedetto XVI ha scritto un motu proprio a pochi giorni dalla rinuncia. Nel 2005 - lo ricorda Giovanni Tridente su Twitter - la data del Conclave venne fissata alla IV congregazione, il sei aprile, dopo quattro giorni di sede vacante. In tutto, comunque, ci furono 12 congregazioni prima del Conclave, sette dopo i funerali di Papa Wojtyla.

Se ora non si arriverà a tante congregazioni, è comunque prevedibile che i cardinali, che questo pomeriggio hanno concluso la sesta, vogliano riunirsi ancora, magari anche sabato e lunedì. Il cardinale di Boston Sean O'Malley, del resto, lo ha detto chiaro e tondo alcuni giorni fa: è importante avere «discussioni previe in modo che quando si entra in Conclave abbiamo le idee piuttosto chiare su chi votare, altrimenti il Conclave potrebbe protrarsi. Meglio discutere prima». Concluse le discussioni approfondite, dunque, il Conclave - è la scommessa di molti osservatori - potrebbe anche durare poco, magari due soli giorni come fu per l'elezione di Ratzinger.