20 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Elezioni 2013 | Lega Nord

La Lega punta tutto sulla Lombardia

A scrutinio quasi concluso, la Lega registra un dimezzamento dei consensi al Senato rispetto alle politiche del 2008 ma il calo non è drammatico in Lombardia, dove la coalizione col Pdl regge e fa sperare Maroni nella conquista del Pirellone

MILANO - A scrutinio quasi concluso, la Lega registra un dimezzamento dei consensi al Senato rispetto alle politiche del 2008 ma il calo non è drammatico in Lombardia, dove la coalizione col Pdl regge e fa sperare Maroni nella conquista del Pirellone. I leghisti, nonostante il tracollo generalizzato (la Lega a livello nazionale al Senato passa dall'8,06 per cento del 2008 al 4,3 di oggi) preferiscono vedere il bicchiere mezzo pieno: «Nelle regioni dove siamo più radicati siamo determinanti», ha detto a caldo Gianni Fava, responsabile economico della Lega, che ha parlato nella sala stampa di via Bellerio disertata oggi dai big del partito, Maroni in primis, che ha preferito rimandare ogni commento a domani, «a bocce ferme».

Il giudizio complessivo, comunque, è legato all'esito della sfida lombarda. Qui al Senato la Lega ha ottenuto oggi circa il 14 per cento, contro il 20,72 ottenuto nel 20,8. «Se Roberto Maroni vincerà le elezioni regionali della Lombardia, per la Lega sarà valsa la pena di allearsi con il Pdl a livello nazionale, nonostante il calo di consensi che questo ha determinato per il Carroccio», ha detto oggi Flavio Tosi, sindaco di Verona e segretario veneto del movimento. Ma è proprio in Veneto che la Lega ha subito l'arretramento maggiore, passando dal 27,1 per cento di cinque anni fa come risultato complessivo per le politiche a poco più dell'11 per cento di oggi al Senato, in attesa di conoscere il risultato, presumibilmente analogo, della Camera.

Il calo nel Veneto è sembrato oggi rafforzare gli interrogativi di chi imputa la debacle leghista all'alleanza, particolarmente mal digerita nel nord-est, con Berlusconi. «Qualora ci fosse un calo elettorale le motivazioni non vanno scaricate in capo a terzi o, peggio ancora, in capo al cittadino come nella peggior tradizione della politica italiana, ma sono da cercare», ha detto il presidente della Regione Luca Zaia. In ogni caso, secondo il sindaco di Verona «Se le cose in Lombardia vanno come devono andare, nell'interesse della Lega e stabilità del movimento sarebbe bene che Maroni rimanesse segretario», ha detto Flavio Tosi nonostante la promessa di Maroni di lasciare la guida del Carroccio in caso di vittoria. Getta acqua sul fuoco delle possibili polemiche per lo scarso risultato in Veneto anche Fava, secondo cui il miglior risultato del Pdl «non è un gran problema, l'importante è la somma dei risultati. Penso che in Veneto si sia pagato, più che da altre parti, il fatto di avere fatto una scelta di alleanza con Berlusconi». Qui, ha aggiunto, «non tutti hanno capito al valenza strategica del voto in Lombardia. Vediamo domani, con lo spoglio in Lombardia, con il risultato che credo sia positivo e credo che anche molti veneti potranno ripensarci».

Anche in Piemonte la Lega ha perso molto rispetto al 2008: dal 14 per cento complessivo (Camera e Senato) al 5 per cento di oggi. Analoghi i cali in Liguria (dal 6,8 per cento al 2,4) e in Emilia Romagna (dal 7,8 per cento al 2,6).