Di Pietro: In Rete tutte le prove della mia innocenza
Il leader dell'IDV: Le accuse rivolte nei suoi confronti comparse sui giornali sono «un'imboscata» per «mettere a tacere una voce scomoda e non cercare la verità». Ma lui è pronto a querelare «i nuovi calunniatori». Zazzera: «Donadi sciacallo, deve dimettersi da capogruppo». Borghesi: «De Magistris rivolga invito a partito non a Tonino»
ROMA - Le accuse rivolte nei suoi confronti comparse sui giornali sono «un'imboscata» per «mettere a tacere una voce scomoda e non cercare la verità». Ma lui è pronto a querelare «i nuovi calunniatori». Antonio Di Pietro dal suo blog ribatte e rilancia: «Nei prossimi giorni continuerò a mettere in Rete la documentazione che smantella punto per punto il castello di accuse mosse contro di me, e che sono in realtà copiate di sana pianta da quelle sollevate a suo tempo da giornali che fanno della calunnia la loro forza, salvo poi dovermi pagare fior di quattrini in seguito alle querele da me sporte».
Il blog ha come destinatario Maurizio Crozza a cui Tonino chiede di non prestarsi a «un'operazione di killeraggio». «A volte bisogna saper fare un passo indietro. Io l'ho fatto due volte, e sono ben pochi gli uomini pubblici che in Italia possono dire altrettanto - aggiunge Di Pietro -. Ho lasciato senza esitazione prima un lavoro che amavo, nel quale avevo raggiunto risultati direi soddisfacenti, e poi un posto di ministro, per difendermi dalle accuse ipotizzate dalla magistratura con le mani libere e senza recare nocumento alle istituzioni. Ma ci sono occasioni in cui bisogna, invece, non arretrare di un millimetro. Quando ti calunniano personalmente per toglierti di mezzo politicamente, quando cercano di ottenere con le campagne scandalistiche quello che non possono ottenere altrimenti, cioè la resa mia e dell'Italia dei Valori, non ci si piega ma si combatte a viso aperto, sapendo che presto o tardi la verità avrà la meglio».
Zazzera: Donadi sciacallo, deve dimettersi da capogruppo - «Credo che ci sia una sola maniera per dirimere la questione della linea politica nell'Idv. L'on. Donadi deve dimettersi da presidente del gruppo alla Camera e rimettere il suo mandato nelle mani dei deputati». Lo ha dichiarato in una nota Pierfelice Zazzera, vicepresidente Idv in Commissione Cultura della Camera.
«Questa situazione - ha aggiunto - non può più essere tollerata. Serve una convocazione urgente del gruppo dei deputati di IdV finalmente per fare chiarezza e evitare lo sbandamento di un gruppo rimasto senza guida. Donadi si sta comportando come uno sciacallo».
«E' evidente che se, come Donadi dice, vi sono delle divergenze di vedute - ha osservato Zazzera - si deve ridiscutere anche di gestione del gruppo parlamentare rimettendo alla collegialità dei parlamentare le decisioni sulla linea da tenere in Aula. Italia dei Valori non è la Lega Nord, Di Pietro non è né Bossi né Berlusconi. E certamente Donadi non è Maroni. L'atteggiamento da guerriglia non è più tollerabile soprattutto perché è alimentato da chi, all'interno dell'Italia dei Valori, ha un ruolo di primo piano».
«Cosa voglio? Semplicemente che si convochi il gruppo, che l'on. Donadi rimetta ai componenti il proprio mandato e che si apra un momento di riflessione all'interno della compagine parlamentare. Credo - ha concluso Zazzera - che le dichiarazioni del presidente in queste ore siano assolutamente inopportune in relazione al ruolo che riveste. Dice di essere in maggioranza e che io sia l'unico a non essere d'accordo con lui e con le sue posizioni: lo dimostri all'interno del gruppo».
Borghesi: De Magistris rivolga invito a partito non a Tonino - «In coerenza con l'auspicio condiviso del Sindaco di Napoli a una discontinuità con l'attuale gestione in favore di una più moderna direzione collegiale, De Magistris dovrebbe rivolgere il suo invito a confluire in una futura lista che fosse...non ad Antonio di Pietro, bensì all' Italia dei Valori, dall'esecutivo al congresso, che ha ancora capacità e soprattutto diritto ad esprimere il proprio consenso o meno». Lo afferma il presidente vicario del gruppo Idv alla Camera Antonio Borghesi.
«Altrimenti rischia di sembrare un vecchio modo di candidarsi alla poltrona di un partito,e non alla guida di una nuova forza politica 'moderna'» conclude Borghesi.
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