29 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Partiti | Crisi IDV

Di Pietro sogna un cartello elettorale con Grillo, Verdi e PRC

Dicono che Tonino stia facendo tutto da solo e in gran segreto, senza consultarsi con nessuno nel partito. Intanto, il day after il «necrologio» di Di Pietro sull'Idv e l'endorsement di Grillo verso l'ex pm, nell'Italia dei Valori soffiano venti di tempesta. Intanto il PD osserva e valuta «lista civica» de Magistris

ROMA - Dicono che Tonino stia facendo tutto da solo e in gran segreto, senza consultarsi con nessuno nel partito. Intanto, il day after il «necrologio» di Di Pietro sull'Idv e l'endorsement di Grillo verso l'ex pm, nell'Italia dei Valori soffiano venti di tempesta. Ma la prevedibile scissione, potrebbe essere più che altro una 'micro-scissione', un addio di pochi con destinazione centrosinistra, mentre tutti gli altri resteranno.
La motivazione, si spiega, è evidente. Un'alleanza tra Grillo, Idv e magari pure Verdi e Prc - si ragiona in ambienti del partito - potrebbe essere vincente alle prossime politiche. Il punto di partenza è che si voti con il Porcellum. In questo caso l'Idv in coalizione con Grillo avrebbe tutto da guadagnare. Per prima cosa il fatto di poter godere di uno sbarramento al 2% invece che al 4% come sarebbe se si presentasse da sola.
E poi c'è la crescita di consensi del Movimento cinque stelle. Basti pensare, si osserva, al caso Sicilia. A maggio a Palermo i grillini si sono piazzati all'1,5%, a ottobre, alle regionali, si sono aggiudicati oltre il 18. Gli ultimi sondaggi, targati Swg, li danno al 22% su base nazionale. Ce n'è abbastanza per prendere seriamente in considerazione l'ipotesi e lasciare andare al proprio destino chi come Donadi, de Magistris, forse anche Nello Formisano non ci sta. E guarda al centrosinistra.

Donadi: Di Pietro è come Berlusconi - Proprio Donadi ieri ha parlato di una «rottura insanabile con Di Pietro» paragonandolo a Berlusconi. Il capogruppo del partito alla Camera ha ribadito di sentirsi «tradito e truffato» raccontando che, mentre nell'ufficio di presidenza durato dodici ore, «Antonio» propinava idee sul rilancio del partito ogni tanto si assentava per rilasciare l'intervista al 'Fatto' nella quale ha affermato che «l'Idv è morta».
Ma soprattutto è la linea filo-Grillo e filo-Fiom che Donadi, come altri, non condivide. Con lui anche Francesco 'Pancho' Pardi che l'ha detto senza mezze misure: l'Idv deve stare nel recinto del centrosinistra, altrove non ha senso. Pardi ha anche individuato il ruolo dell'Italia dei Valori versione 1.0 in una possibile alleanza con il Pd: fare da «cerniera» con il mondo dei movimenti.
Infine i tempi. Donadi ha annunciato che presto ci sarà una riunione per rilanciare il partito e dire che non è affatto morto, a dicembre poi si stabilirà la data del congresso da tenersi l'anno prossimo. Del resto se il cartello con Grillo si farà non potrà essere prima delle Regionali in Lazio e Lombardia perché è lì che il Movimento cinque stelle «si peserà».

Il PD osserva l'IDV e valuta «lista civica» de Magistris - Tutte le mosse sulle alleanze dipendono dalla legge elettorale, e finché non sarà chiaro come evolverà questo fronte nulla verrà definito, ma è chiaro che il terremoto dentro Idv e, parallelamente, i movimenti al centro spingono Pier Luigi Bersani a studiare più di una contromossa. In particolare, il successo della lista di Beppe Grillo e l'ipotesi di un 'rassemblement' fatto dall'M5S, da Antonio Di Pietro, magari dal mondo Fiom e da Prc spingono Bersani a cercare qualche soluzione che argini una possibile fuga di voti verso l'area 'anti-partito' e 'antagonista'. Del resto, Bersani ha sempre detto che intendeva aprire non solo ai 'moderati' ma anche al mondo del «civismo» e se l'iniziativa di Luigi de Magistris di una lista civica decollasse davvero il Pd certo non resterebbe indifferente, nel caso in cui si votasse con la legge elettorale attuale.
Lo scenario cambierebbe se si dovesse sbloccare la discussione sulla legge elettorale, perché ovviamente ogni meccanismo di voto produce un sistema di alleanze diverso: un modello 'spagnolo' ridurrebbe di molto la necessità di fare ulteriori accordi, mentre un sistema che dovesse premiare non la coalizione ma il primo partito porterebbe a quel 'listone' Pd-Sel-Psi di cui si parla già da mesi. Ma l'ipotesi che alla fine non si riesca a fare niente è comunque ad oggi una delle più probabili e, dunque, ecco l'idea di favorire la nascita di una lista che raccolga la «parte buona di Idv», come dice qualcuno del Pd, insieme al mondo del «civismo» organizzato da de Magistris.