18 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Il Premier all'Assemblea dell'ANCI

Monti: L'IMU resta allo Stato centrale

Il Professore sgombra il campo da facili ottimismi: non è possibile in questa fase che lo Stato rinunci alla propria quota sull'Imu. Detto questo il premier conferma «l'alleanza leale» con i Comuni che fin dall'inizio della sua esperienza a Palazzo Chigi si sono rivelati come interlocutori affidabili «per affrontare la situazione di grave difficoltà»

BOLOGNA - «Abbiamo estirpato un cancro finanziario», «evitato la catastrofe», «condotto un'operazione brutale» di rigore sui conti pubblici: quindi perché sorprendersi se la crescita non è ancora ripartita? Ma, attenzione, il fatto che la ripresa «non si veda» non significa che il governo non ci stia lavorando. Parola di Mario Monti che fa il discorso davanti all'assemblea annuale dei Comuni italiani, davanti ai sindaci che senza molti giri di parole gli dicono basta con «i tagli lineari» che non sarebbero «sostenibili».
Il premier punta tutto sul fatto che la strada intrapresa è quella giusta altrimenti - come ripete spesso - l'Italia avrebbe fatto la fine della Grecia. Una «collettiva solerzia» a fare crescere il disavanzo ha minato le finanze del paese e serviva un'accettata agli sprechi, non «un bisturi sottile». Ora, comunque, è il momento di guardare avanti e far ripartire la crescita significa anche «eliminare privilegi e rendite». «Tutte le nostre azioni sono state rivolte a sgombrare un po' per volta l'Italia dal materiale che impedisce il funzionamento di un'economia che sono le rendite e i privilegi». Non è possibile, va ripetendo il premier, che ci siano gli iper garantiti e chi non ha alcuna garanzia.

L'IMU RESTA ALLO STATO - Sul fronte del patto di stabilità si lavora perché sia consentito 'premiare' le amministrazioni virtuose ma non è un obiettivo di breve periodo perché in Ue «si deve ricostruire una fiducia reciproca» e «l'Unione monetaria è una sfida sovrumana» come un «condominio con tutte le porte aperte e con inquilini molto diversi tra di loro». Poi, con il consueto humor, Monti osserva: certo «è più difficile per un italiano che per un finlandese» convincere l'Ue che si adotterà sempre una politica di rigore sulla finanza pubblica.

LOTTA ALLA CORRUZIONE - Il Professore sgombra però il campo da facili ottimismi: non è possibile in questa fase che lo Stato rinunci alla propria quota sull'Imu. Detto questo il premier conferma «l'alleanza leale» con i Comuni che fin dall'inizio della sua esperienza a Palazzo Chigi si sono rivelati come interlocutori affidabili «per affrontare la situazione di grave difficoltà».Comunque sia «se quest'anno l'Italia avesse avuto una scivolata, come forse alcuni speravano e altri temevano, i discorsi sugli investimenti pubblici sarebbero stati rimandati» a un futuro lontano. Non è stato così, si deve andare avanti sulla strada dell'equità, del rigore e delle riforme. Come quella sulla corruzione che è «in dirittura di arrivo» 'sollecitata' addirittura «non dal re di Norvegia» ma «dall'Emiro del Qatar» che ha smesso di investire in Italia perché teme la «corruption».