31 luglio 2025
Aggiornato 10:30
Lo ha detto il presidente della Camera parlando a Repubblica Tv

Fini: L'immunità parlamentare? Favorevole a limitarla

La terza carica dello Stato ha spiegato che bisogna «tutelare il reato di opinione, ciò che i parlamentari dicono in Aula, quello non può essere perseguito» ma «i comportamenti fuori dalle aule, quelli che determinano fattispecie di reati, devono essere perseguiti»

ROMA - «Si possono restringere ancora di più le occasioni in cui scatta l'immunità parlamentare, non avrei nulla da obiettare». Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, parlando a Repubblica Tv.
La terza carica dello Stato ha spiegato che bisogna «tutelare il reato di opinione, ciò che i parlamentari dicono in Aula, quello non può essere perseguito» ma «i comportamenti fuori dalle aule, quelli che determinano fattispecie di reati, devono essere perseguiti».
Il leader di Fli ha aperto anche all'ipotesi di togliere la necessità per i pm di chiedere alle Camere l'autorizzazione all'arresto di un parlamentare: «Certo, va fatto in riferimento all'ipotesi di reato: se si tratta di un reato che nulla ha a che vedere con l'attività politica è arrivato il momento di rendere la possibilità dell'arresto dei deputati pari a quella di un semplice cittadino. Occorre intervenire sulla Costituzione per far capire che non c'è un palazzo assediato o una casta chiusa. Se la legge è uguale per tutti è uguale soprattutto per i parlamentari».

Napolitano indisponibile a secondo mandato - «Napolitano è stato il miglior presidente della Repubblica che l'Italia potesse avere nelle circostanze del suo settennato» ma «credo che lo stesso Napolitano abbia detto chiaramente che il Parlamento procederà all'elezione del suo successore dichiarando la sua indisponibilità a proseguire».
La terza carica dello Stato tuttavia non fa nomi sul prossimo inquilino del Colle: «C'è una vecchia regola non scritta ma sempre rivelatasi vera che dice che 'si entra in conclave come Papa e si esce cardinali'. E' più serio non fare nomi anche perché sarà il nuovo Parlamento a eleggere il prossimo presidente della Repubblica, bisognerà vedere come è composto, quali saranno le forze più rappresentative. Fare nomi adesso è un esercizio fine a se stesso».

Se non cambia la legge elettorale è il fallimento della politica - «Se la politica perde l'occasione di cambiare la legge elettorale certifica il suo fallimento. Chi vuole tenersi il porcellum ne pagherà le conseguenze».
«Da qualche giorno - ha spiegato - sono più ottimista perché tutte le forze politiche hanno compreso la necessità di smetterla di alzare bandiere dicendo 'o così o nulla'. La legge elettorale ha bisogno della più larga maggioranza possibile».
«Sarà inevitabile un premio di maggioranza - ha concluso Fini - per evitare il rischio di una elezione greca ma il premio non potrà essere un premio che distorce. Se uno prende il 20% non può avere il 40».