Il Maggiordomo del Papa attende la decisione delle Toghe, «felice» in famiglia
Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa accusato di furto aggravato delle carte riservate di Benedetto XVI, è «felice» di essere tornato dalla famiglia, dopo la decisione del giudice istruttore vaticano Piero Bonnet, lo scorso 21 luglio, di concedergli gli arresti domiciliari
CITTÀ DEL VATICANO - Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa accusato di furto aggravato delle carte riservate di Benedetto XVI, è «felice» di essere tornato dalla famiglia, dopo la decisione del giudice istruttore vaticano Piero Bonnet, lo scorso 21 luglio, di concedergli gli arresti domiciliari. Lo ha riferito il legale dell'ex assistente di camera del Pontefice, Carlo Fusco, che ha fatto di recente visita a Gabriele - di cui è anche amico personale - e, in una conversazione con Tmnews, spiega: «Sta molto bene. E' un uomo con una moglie e tre figli da cui è stato lontano per più di cinquanta giorni (detenuto nella cella di sicurezza della caserma della gendarmeria vaticana, ndr.) ed è felice di stare di nuovo con loro». Carlo Fusco, peraltro, smentisce «nel modo più categorico» che Paolo Gabriele abbia dato segni di squilibrio o di malessere psicologico durante il periodo della detenzione, iniziato con l'arresto lo scorso 23 maggio. «Tra me, la moglie e i figli, lo abbiamo visto ogni due o tre giorni, e non abbiamo mai notato nulla di tutto questo».
In attesa del probabile rinvio a giudizio del suo assistito, il legale del maggiordomo del Papa non si esprime sulle questioni coperte da segreto istruttorio. Dopo aver ascoltato Paolo Gabriele nel corso di tre udienze, la magistratura vaticana ha ascoltato altre persone per trovare riscontro alla ricostruzione dei fatti da lui esposta e in questi giorni il promotore di giustizia Nicola Picardi prepara la requisitoria e il giudice istruttore Piero Antonio Bonnet la sentenza conclusiva dell'istruttoria. Documenti che - ha riferito oggi il portavoce vaticano Federico Lombardi - dovrebbero essere pubblicati a inizio della settimana che va dal sei al 12 agosto. Ieri, intanto, il Papa in persona ha ricevuto a Castel Gandolo i magistrati vaticani e la commissione cardinalizia creata 'ad hoc' per indagare parallelamente sul caso Vatileaks, composta dai cardinali Herranz, Tomko e De Giorgi, che lo ha informato sulle «conclusioni» dei tre porporati e sullo «stato di avanzamento della procedura penale in corso». Benedetto XVI - ha reso noto un comunicato diffuso oggi dalla sala stampa vaticana diffuso in italiano, inglese e spagnolo - «ha ringraziato per le informazioni ricevute ed ha invitato la Magistratura Vaticana a proseguire il lavoro con solerzia».
L'L'assistente di camera di Papa Ratzinger, ad ogni modo, rimane l'unico indagato per «furto aggravato» dei documenti riservati, non della loro diffusione. L'avvocato Carlo Fusco ribadisce che Paolo Gabriele non ha avuto complici «né per quanto riguarda il furto, né per qualsiasi altro aspetto. Poi - aggiunge - non so perché chi ha pubblicato il libro (Sua Santità di Gianluigi Nuzzi, ndr.) lo abbia fatto». Il legale di Gabriele, peraltro, smentisce - «è falsissimo» - una recente ricostruzione di stampa secondo la quale il maggiordomo del Papa avrebbe controllato il Papa per conto di alcuni cardinali e torna a spiegare che, nella sua logica, Paolo Gabriele «riteneva che l'attività che ha svolto potesse aiutare il Papa e rendergli un servizio». Una visione delle cose alla quale è stato spinto da uno «stress», accumulato per la sua intensa vita lavorativa e famigliare, che «lo ha spinto ad atteggiamenti e soluzioni poco condivisibili».
Quanto al futuro di Paolo Gabriele, il suo legale si limita a smentire, con una risata, una ricostruzione giornalistica suggerita nelle scorse settimane da alcune fonti vaticane, secondo la quale per il maggiordomo del Papa si potrebbe preparare una vita lontana dal Vaticano, magari sotto falsa identità. «Lui diventa Diabolik e la moglie Eva Kant», scherza Carlo Fusco, per poi, facendosi serio, proseguire: «Dare un'altra identità alla gente non rientra nei poteri miei né del Vaticano. Queste fonti farebbero bene a dire cose più vere e oneste». Paolo Gabriele rimarrà in Vaticano? «Non lo so, se dipendesse da me, lo lascerei lì, anche per evitare che sia assediato da voi giornalisti...».