Maroni: Bossi non comanda più in Lega
Il nuovo segretario della Lega Nord: La presidenza è un ruolo affettivo. Non ha nessun potere. È il riconoscimento concesso alla sua storia personale. Borghezio: Bossi solo? Ma lui sta ormai nella storia
MILANO - Per il nuovo segretario federale della Lega Nord, Roberto Maroni, all'interno del Carroccio Umberto Bossi «non ha alcun potere» di comando e decisionale. Lo afferma in un'intervista a Vittorio Zincone pubblicata sul settimanale Sette in edicola da venerdì 20 luglio. «Ho detto chiaramente ai delegati del congresso: 'Se mi eleggete sappiate che voglio pieni poteri. Sulla linea politica e sulla gestione del partito'. Mi hanno eletto», ha detto l'ex ministro dell'Interno nell'intervista. Riguardo le affermazioni di Umberto Bossi che dice di avere ancora potere di comando e decisionale, Maroni ha liquidato la questione: «Non è così», e ha aggiunto: «La presidenza di Bossi è un ruolo affettivo. Non ha nessun potere. È il riconoscimento concesso alla sua storia personale».
L'ANALISI SULLE AMMINISTRATIVE - Quanto ai cattivi risultati della Lega alle ultime amministrative, se fossero per colpa degli scandali del partito o per l'appoggio decennale a Berlusconi, ha affermato: «Per i primi. I nostri militanti sanno che se per raggiungere il federalismo ti allei con qualcuno, qualche concessione la devi fare. Dopodiché fino alla vicenda dei soldi investiti da Belsito in Tanzania non abbiamo avuto problemi».
CONQUISTARE TUTTE LE REGIONI DEL NORD - Sul futuro della Lega, se sia in programma lasciare Roma e non presentarsi più alle politiche nazionali Maroni ha risposto: «Ho una strategia chiara: conquistare l'egemonia delle regioni del Nord. Diventare come la Csu bavarese. Fatto questo, essere presenti a Roma diventa meno importante» e ha identificato nella «legge friulana: proporzionale, con una sola preferenza e il premio di maggioranza» il modello ideale di legge elettorale. Maroni pensa sia stato un errore per il premier Mario Monti andare in Ucraina per sostenere gli Azzurri, «ma una volta lì si sarebbe dovuto togliere la giacca e avrebbe dovuto mostrare una maglietta con su scritto 'Tymoshenko libera'. Io lo avrei fatto».
BORGHEZIO: BOSSI STA NELLA STORIA - «L'immagine di Umberto Bossi solo al tavolo di una festa della Lega può essere, almeno in parte, corrispondente alla realtà. Non raramente, purtroppo, i padani si comportano come certi italiani...». Lo ha dichiarato in una nota Mario Borghezio della Lega.
«Una cosa però - ha sottolineato - è certa: Bossi sta ormai nella storia. E non soltanto in quella della nostra rivoluzione leghista, per altro da concludere. Ma in quella, grande, della libertà dei popoli. In questa storia, il suo nome sta scritto in caratteri cubitali».
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