31 luglio 2025
Aggiornato 10:30
Assemblea nazionale di Futuro e Libertà

Fini: FLI «ala destra» dei moderati

Oggi ha visto Renzi: Penso che in una fase così complessa il confronto debba avvenire tra culture politiche diverse, anche tra opzioni programmatiche diverse, senza ricalcare le appartenenze e le etichette del secolo passato

ROMA - A meno di colpi di scena, Gianfranco Fini dirà sabato all'assemblea nazionale di Fli quello che ha provato a mostrare plasticamente stamane, intrattenendosi per quasi un'ora con il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Dal quale, è cronaca, tempo fa ricevette accuse pesanti, racchiuse nel concetto di «incoerenza» politica. Ma i tempi sono cambiati, Renzi rappresenta per molti l'ala destra del Pd, ragiona da tempo di futuro anche con Casini e mantiene un dialogo con Montezemolo.

Confronto tra culture politiche diverse - Non che Fini sia pronto ad annunciare un 'patto' con Renzi, ci mancherebbe. Piuttosto, di fronte a un partito che discute sulla collocazione dei futuristi in vista del 2013, Fini potrebbe declinare in modo più chiaro quanto detto oggi al termine del faccia a faccia con il primo cittadino di Firenze: «Penso che in una fase così complessa il confronto debba avvenire tra culture politiche diverse, anche tra opzioni programmatiche diverse, senza ricalcare le appartenenze e le etichette del secolo passato. Anche perché personalmente penso di aver dato un piccolo contributo al superamento di una logica per la quale l'altro era necessariamente un nemico. L'altro è tutt'al più un avversario».

Patto d'emergenza per ricostruire il Paese - Ecco, con gli avversari si ragiona, non badando alle «etichette» del «secolo passato». In fondo è quello che ha proposto Bersani di fronte allo scenario della crisi, è quanto ha ribadito Casini. E', tra l'altro, il ragionamento che sta alla base di chi pensa che in vista del 2013 l'ala più ragionevole e non berlusconiana dei moderati dovrà dar vita a un patto d'emergenza e di ricostruzione per risollevare il Paese e proseguire sulla strada già intrapresa dal governo Monti. Ma non per questo Fini annuncerà un trasloco dal campo politico nel quale risiede da decenni.

I futuristi devono considerarsi «di destra» - Già nel corso dell'ultimo ufficio politico del partito, infatti, il leader di Fli ha ribadito che i futuristi devono considerarsi 'di destra'. Solo, il presidente della Camera considera vecchie le categorie tradizionali. E, in nome di questo principio, richiederà ancora una volta uno sforzo per superare nostalgie e, è il progetto del medio periodo, anche la stessa Fli. Costruendo un contenitore aperto alla società civile e al mondo imprenditoriale, come già spiegato a Pietrasanta. Fli aspira a rappresentare l'ala destra di questo schieramento, una 'garanzia' anche per permettere a se stesso e a Casini - soprattutto simbolicamente - di non restare 'soffocati' dall'abbraccio del Pd.

Il suo impegno, in prima persona, non dovrebbe venire meno. Da settembre potrebbe ripartire con un attivismo che una fetta dei suoi uomini gli ha sollecitato, finora inutilmente. Anche all'insegna di convinzioni 'eterodosse' - almeno secondo i canoni della destra tradizionale - in materia delicate e ampie come quelle dei diritti civili. Ma l'attesa è molta soprattutto per la parte che attiene alla prospettiva politica di Fli. Due, però le incognite che rischiano di frenare la 'non chiusura' al Pd: la tempistica, perché la politica si muove in questa fase con una velocità tale che ogni mossa può risultare avventata e bruciare un progetto; e la leadership alla quale affidare il nuovo cantiere moderato. Quella, vale per Fini come per Casini, ancora manca.