Casini: Alle prossime elezioni aperti ad altri soggetti
Il leader centrista su Twitter: Lavoriamo per un'idea politica diversa. Non ci siano disertori su mozione Ue e lavoro. Il Pdl è in crisi d'orientamento e diviso al suo interno. Bersani è il primo a credere all'autosufficienza della sinistra
ROMA - «Alle prossime elezioni l'Udc si deve aprire ad altre personalità e soggetti, stiamo lavorando per consolidare un'idea politica diversa». Lo scrive Pier Ferdinando Casini su twitter.
Non ci siano disertori su mozione Ue e lavoro - «È il momento di aiutare il governo italiano nel delicato negoziato europeo che culminerà nel vertice del 28 giugno. Chi rema per l'Italia può, in concreto, fare due cose: approvare una mozione parlamentare unitaria a sostegno del governo ed approvare la legge sul mercato del lavoro prima del vertice europeo». Lo dichiara in una nota il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini.
«Mi auguro che prevalga la responsabilità nei partiti che compongono la maggioranza e che non ci siano disertori di fronte all'esigenza di unità nazionale», conclude Casini.
Il Pdl è in crisi d'orientamento e diviso al suo interno - Il Pdl «è in crisi d'orientamento. Ha perso i vecchi alleati della Lega, non ne ha guadagnati di nuovi. Si dibatte tra le pulsioni di chi vorrebbe scatenare la piazza contro Monti o propone scioperi anti-Imu e la posizione responsabile che Alfano rappresenta». Nelle forze politiche attuali «il problema è capire quale strada questi partiti vogliono scegliere per il futuro del Paese. Già il fatto che all'interno delle forze politiche c'è chi ripropone delle alleanze che vedrebbero assieme coloro che oggi ritengono Monti espressione dei poteri forti e delle banche e coloro che invece apprezzano il presidente del Consiglio, la dice lunga». Lo ha detto in un'intervista al Messaggero il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini.
Bersani non crede all'autosufficienza della sinistra - «Bersani - ha aggiunto - capisce perfettamente che non può ripresentarsi con la ricetta di Vasto e non a caso fa un appello ai moderati e alle liste civiche, dimostrando che è lui il primo a non credere all'autosufficienza della sinistra. E ciò gli fa onore».
La riforma della legge elettorale - Quanto alla legge elettorale «deve essere fatta. Però constato una cosa: una settimana fa, da Santa Margherita Ligure, Letta e Alfano si davano il tempo di tre settimane. Ne è già passata una. Per me un'intesa c'era già, non capisco perché la si sia voluta azzerare. Era imperniata sulla possibilità di dare al primo partito o ai primi due un grande premio di maggioranza. Non è il sistema alla tedesca che mi sarebbe piaciuto, ma è un serio tentativo di conciliare l'esigenza di superare alleanze-baracconi con quella di dare governabilità al sistema. Io penso si debba ripartire da qui, ben sapendo che ogni giorno che passa rimane sul terreno la legge che c'è e che nega ai cittadini il diritto di scegliere. A scanso di equivoci voglio chiarire fin da ora che in quel caso noi chiederemo l'introduzione delle preferenze come condizione minima per andare alle elezioni».