18 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Scuola | Riforma Profumo

Scuola: Fioroni, non siamo all'anno zero

Il Deputato del PD: Inaccettabili diktat Europa su merito aumentando la dispersione. Gelmini: Pdl sostiene misure, giusta la meritocrazia. L'API difende Profumo: Il ministro va lasciato lavorare

ROMA - «La scuola non è all'anno zero su questo aspetto. Quando sono stato ministro dell'istruzione avevo stanziato risorse per recuperare le lacune degli studenti rimandati, adesso non ci sono più soldi». Lo ha affermato l'ex ministro Pd Beppe Fioroni, rinnovando le critiche alla riforma di Scuola e Università che il ministro Francesco Profumo porterà domani in Consiglio dei Ministri.
Fioroni, ospite alla trasmissione del mattino di Rai radio 1 Prima di Tutto, ha espresso perplessità sulle incentivazioni del merito per gli studenti. E sulla dispersione scolastica ha sottolineato come «l'Europa ci chiede maggiore qualità mentre noi stiamo costruendo una scuola solo per un elitè lasciando indietro tutti gli altri. Ciò comporta abbandono scolastico e ritiro prematuro dai corsi universitari. Non possiamo accettare che nel nostro Paese ci siano ampie fasce di giovani che non studiano e lavorano».

Gelmini: Pdl sostiene misure, giusta la meritocrazia - L'ex ministro dell'Istruzione e dell'Università Mariastella Gelmini ha assicurato il sostegno del Pdl al pacchetto di misure per la promozione del merito nella Scuola e nell'Università che il ministro Francesco Profumo porterà domani in Consiglio dei Ministri.
«Non siamo di fronte - ha sottolineato Gelmini, intervenuta nella trasmissione del mattino di Rai radio 1 Prima di Tuttò - a una riforma . In ogni caso si tratta di provvedimenti a costo zero che vanno nella direzione della qualità e promuovono l'orientamento che deve svolgere un importante ruolo a lungo trascurato» posto che «come Paese e collettività paghiamo una disattenzione che favorisce l'abbandono scolastico».
Rispondendo al suo collega Giuseppe Fioroni, ospite della trasmissione che ha criticato l'attuale governo accusato di puntare su una scuola di elitè Gelmini ha detto che «da molto tempo gi studenti di famiglie benestanti scelgono le scuole private italiane e estere. Il problema della scuola pubblica è che la distribuzione della qualità è a macchia di leopardo e questo penalizza l'unica offerta per coloro che non hanno possibilità di scegliere. Per questo vanno premiati tutti gli sforzi che sono indirizzati al miglioramento dell'educazione».

L'API difende Profumo: Il ministro va lasciato lavorare - «In attesa di un'analisi più dettagliata del provvedimento che il Ministro Profumo porterà in Consiglio dei Ministri domani, ci sembra assurdo che ci si prepari a priori 'alle barricate'». Lo hanno scritto in una nota diffusa da Api i giovani del partito fondato da Francesco Rutelli.
«Stupiscono soprattutto - è scritto - le dichiarazioni di chi giudica la riforma ancora in via di elaborazione».
«Purtroppo il settore dell'istruzione, in Italia, come quello del welfare, è profondamente arretrato rispetto al resto d'Europa proprio per i tanti NO ingiustificabili. C'è tanto da riformare a fronte di tanti anni di tagli indiscriminati. Ci auguriamo che le tifoserie politiche che hanno danneggiato per oltre venti anni il Paese non facciano perdere tempo su una materia che è fondamentale per il futuro» continuano i giovani di Alleanza per l'Italia «le forze politiche, le associazioni studentesche e i sindacati che oggi attaccano Profumo si basano solo su indiscrezioni e rumors. Noi aspettiamo la proposta di riforma e, allora, manderemo le nostre osservazioni ai parlamentari di Api. Ma parlare di competizione non può essere un tabù solo in Italia. Spesso è proprio la competizione che fa emergere il merito.»

Valditara: Profumo accoglie proposte Terzo polo - «Il Ministro Profumo avrebbe deciso di rivedere le modifiche proposte alla riforma dei concorsi universitari, venendo così incontro a quanto avevamo da subito richiesto». Lo dichiara in una nota Giuseppe Valditara, senatore del Terzo Polo.
«Questo è bene nel merito dal momento che avrebbe modificato uno dei passaggi più condivisi della riforma universitaria. Rimane la perplessità sul metodo adottato che rischiava di ignorare due anni di intenso lavoro e confronto parlamentare».