Grillo: Nonostante le bombe arriveremo a Roma

ROMA - «Bomba o non bomba, arriveremo a Roma. Nell'aria c'è odore di zolfo, ma il cambiamento non si può arrestare». Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo, convinto che ci siano «ottime probabilità del ritorno di una stagione stragista».
«Per ora - sostiene il leader del Movimento 5 Stelle - le nuove sigle e i nuovi bombaroli non sono all'altezza di piazza Fontana, che bloccò le aperture a sinistra di Aldo Moro, o della stazione di Bologna, alla quale fecero seguito un decennio di craxismo e un ventennio di berlusconismo. Forse ritengono che alzare il tiro non sia ancora necessario».
Ma per Grillo «nei momenti di cambiamento o meglio in cui il cambiamento si manifesta possibile, le forze che vogliono mantenere gli interessi costituiti, economici e politici, bussano alla porta con grande energia. Le bombe e gli attentati sono il loro biglietto da visita».

Di Pietro: Alleanze con Grillo? Ha scelto di andare da solo - E' inutile discutere di un'ipotesi di alleanza fra Idv e Movimento 5 Stelle: «Per allearsi con qualcuno ci vuole qualcuno che voglia allearsi con te», ha tagliato corto Antonio Di Pietro nel corso della registrazione della puntata odierna di In Onda.
«Grillo - ha sottolineato il leader dell'Idv - ha fatto una scelta: vuole andare da solo».

Fiano (PD): Grillo fa marketing su paura terrorismo - «Le parole di Beppe Grillo che tentano oggi di accreditarsi come l'obiettivo di una possibile nuova stagione stragista, sono un cinico tentativo di marketing elettorale costruito sulle nuove paure degli italiani». A lanciare la dura accusa è Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del Pd.
«Ai criminali che a Genova hanno sparato all'ingegnere Adinolfi, a quelli che a Brindisi hanno programmato una strage di ragazze sedicenni e a coloro che nei mesi scorsi hanno fatto recapitare pacchi bomba, interessa - spiega Fiano in una nota - terrorizzare l'Italia e abbattere tutto il sistema politico ed istituzionale».
«Nessuno - ammonisce l'esponente democratico - può pretendere di farsi pubblicità sfruttando il clima di preoccupazione che è rinato in queste settimane nel Paese. C'è un solo modo di produrre il cambiamento in Italia al di là delle parole e dei proclami lanciati dai blog - conclude - ed è quello di chiedere agli italiani di difendere la democrazia e produrre un cambiamento alle prossime elezioni politiche».