Napolitano: L'Europa agisca per crescita e lavoro
L'appello del Presidente della Repubblica: Ridurre la spesa pubblica. Nodi strutturali ostacolano le nostre energie
ROMA - L'Europa deve agire per la crescita e l'occupazione riequilibrando le politiche per fronteggiare la crisi. Ne è convinto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che oggi parlato della necessità di una «seria iniziativa a livello europeo» da parte dell'Italia.
RIGORE E CRESCITA - L'Europa e l'Italia sono chiamate ad alcuni appuntamenti cruciali nei prossimi giorni, la presentazione a Bruxelles da parte dei singoli paesi del piano nazionale delle riforme; il Def che verrà varato dal Parlamento entro fine mese, e conterrà indicazioni al governo anche sul tema della crescita. E' di ieri poi un richiamo della Corte dei Conti proprio sul Documento di economia e finanza (Def) delineato dal governo che secondo la magistratura contabile contiene il rischio di un «corto circuito» tra rigore e crescita. E intanto arrivano nuovi e allarmanti dati sul peggioramento dei redditi e l'aumento della disoccupazione.
Il capo dello Stato segue con grande attenzione la crisi e le sue evoluzioni, e oggi parlando in occasione dell'apertura delle celebrazioni per il 25 aprile al Quirinale ha sottolineato che «le difficoltà attuali del nostro paese richiedono una seria iniziativa a livello di Unione europea, perchè in quella sede si operino riequilibri e si adottino indirizzi essenziali per promuovere crescita e occupazione in tutta l'area dell'euro».
I NODI DA SCIOGLIERE - Il presidente della Repubblica non trascura i «nodi ancora da sciogliere» sul piano del risanamento e pur riconoscendo a Parlamento e governo di aver «avviato politiche rigorose in questi mesi», parla di un «pesantissimo debito pubblico accumulatosi nei decenni e mai fatto oggetto di una decisa, costante e sistematica azione di abbattimento, innanzitutto attraverso la riduzione e riqualificazione della spesa pubblica». Una riduzione che può riguardare anche il settore della Difesa: parlando davanti al ministro della Difesa, ammiraglio Di Paola, ospite dell'incontro al Quirinale, ha espresso l'auspicio che «insieme, senza esitazioni e incertezze, e anche disponendosi a scelte dolorose, tutti si adoperino per la realizzazione di un indispensabile progetto di revisione» delle Forze Armate.
LA FESTA DEL 25 APRILE - La celebrazione della festa della Liberazione al Quirinale, alla quale sono stati invitati a partecipare i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d'Arma insieme ad Anpi e istituzioni locali, è stata l'occasione per il capo dello Stato di richiamare il paese ad una unità quanto mai necessaria in questa fase difficile: «Di occasioni di unità, di terreni di dialogo e di responsabile collaborazione, il nostro paese ha assoluto bisogno per affrontare con successo le gravi difficoltà finanziarie, economiche e sociali», ha sottolineato denunciando i «troppi ritardi e carenze nello sciogliere nodi strutturali e istituzionali che ostacolano il pieno svolgimento delle straordinarie risorse ed energie su cui l'Italia può far leva». Chiusa dunque la polemica tra Anpi e Alemanno - Polverini sulla manifestazione di Roma, Napolitano ha ribadito come la ricorrenza del 25 aprile sia ormai diventata «la festa di tutto il popolo e la Nazione italiana» e perciò «nessuna ricaduta in visioni ristrette e divisive del passato, dopo lo sforzo paziente compiuto per superarle, è oggi ammissibile».
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