5 dicembre 2023
Aggiornato 07:00
Politica & Inchiesta | Caso Belsito

Parla il PM di Reggio Calabria Lombardo: Indagine non chiusa

Su Bossi «le valutazioni politiche non spettano ai Magistrati». Secondo Lombardo, la criminalità organizzata calabrese riesce ad infiltrarsi con molta facilità perché «ha capito da tempo che la struttura vecchia delle organizzazioni è superata da un mercato in continua evoluzione»

REGGIO CALABRIA - «Le valutazioni politiche non spettano ai magistrati». Giuseppe Lombardo, sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, commenta così il terremoto giudiziario che ha scosso la Lega Nord, all'indomani dell'avviso di garanzia e delle perquisizioni indirizzati ai dirigenti leghisti. «Noi abbiamo fatto fino in fondo un'attività importante - spiega Lombardo in un'intervista a TM News - perché nel corso delle indagini sulla 'ndrangheta reggina sono emerse delle investigazioni che è stato doveroso approfondire».

E sulle dimissioni di Bossi il magistrato aggiunge: «Ci si è resi conto che vi erano degli elementi che hanno giustificato le indagini congiunte delle Procura di Reggio, Napoli e Milano. Ognuno ha fatto delle considerazioni che in questo momento non sono oggetto della nostra attenzione».

Secondo Lombardo, la criminalità organizzata calabrese riesce ad infiltrarsi con molta facilità perché «ha capito da tempo che la struttura vecchia delle organizzazioni è superata da un mercato in continua evoluzione e da una serie di fattori che incidono su quell'ambito in cui opera la criminalità organizzata, che genera profitti».

«Sappiamo bene - continua il sostituto della Dda reggina nell'intervista a TM News - che nel 2011 le ndrine calabresi hanno avuto un giro d'affari che ha superato i 138 miliardi di euro e che questi proventi devono essere in qualche modo ripuliti per poter essere riutilizzati, altrimenti non sono spendibili. Per questo motivo le ndrine cercano sempre nuovi strumenti che spesso varcono i confini nazionali».

«Le infiltrazioni all'interno degli enti locali, - dice poi Lombardo - sono una piaga difficile da debellare. Non è semplice infiltrarsi, ma sicuramente il tentativo è costante» . «Quindi - prosegue ancora il pm - se non c'è la professionalità che caratterizza le amministrazioni, le organizzazioni sono pronte ad inserirsi per coprire quei vuoti lasciati liberi dalle procedure». Poi lo stesso pm lancia la sfida: «Le indagini non si fermano, sono complesse ed andranno avanti, anche perché ci aspettiamo dei risvolti dopo l'esame del tantissimo materiale, cartaceo ma soprattutto informatico, che abbiamo sequestrato. Sono documenti che potrebbero offrire ulteriori spunti di indagine e delle risposte che penso arriveranno».