28 agosto 2025
Aggiornato 00:00
Il giorno dopo le dimissioni da segretario della Lega

Bossi: Maroni non è Giuda. L'inchiesta «puzza»

Il leader della Lega: Lavori Gemonio con i soldi del partito? «Falso, Roma farabutta manda i PM. Non ho ancora deciso se mi ricandido, ve lo dirò quando faremo il congresso. Berlusconi? Non l'ho sentito, ma sono certo che ci sarà rimasto male»

ROMA - Umberto Bossi il giorno dopo il traumatico passo indietro delle dimissioni da segretario della Lega: loquace, polemico, nervoso, a Milano ha visto per quasi due ore Roberto Maroni, accusato ieri di «tradimento» dagli ultrà bossiani assiepati in via Bellerio. Ma era stato proprio Bossi a difendere l'ex ministro dell'Interno, nell'intervista di ieri sera a Radio Padania, ritrasmessa oggi dall'emittente del Carroccio: «Nessuno mi ha chiesto le dimissioni» ha spiegato. «Non deve passare l'idea - ha aggiunto - che c'è qualcuno che vuol farmi le scarpe». Parlando ai cronisti che lo hanno atteso fuori dalla sua casa di Gemonio, il leader dimissionario ha messo in chiaro il concetto: Maroni «non è un Giuda», la sua corrente «non penso sia con me però non è neppure contro».

Berlusconi ci sarà rimasto male - In ogni caso, la battaglia per la leadership non è chiusa: «Non ho ancora deciso se mi ricandido, ve lo dirò quando faremo il congresso», ha spiegato Bossi, che si è detto pronto a «riprendere le redini» del movimento al congresso. Il senatur ha dedicato un pensiero anche all'alleato di sempre, Silvio Berlusconi, il quale «sarà rimasto anche male» per le sue dimissioni, ma non ha avuto occasione di farglielo sapere: «Ci siamo sentiti una settimana fa, per caso», ha precisato.

La faccenda puzza - In giornata Bossi si è concesso un gesto di stizza nei confronti dei fotografi, contro i quali ha aperto lo sportello della macchina mentre lo riprendevano, ma soprattutto ha messo i punti sulle i a proposito dell'inchiesta giudiziaria che ha investito il Carroccio: «La mia impressione è che la faccenda puzzi», ha affermato, aggiungendo che a suo giudizio «è tutto organizzato. Si è rotta l'alleanza con il Pdl ed è successo questo. E' un caso? Non è un caso». Entrando nel merito delle accuse che sfiorano la sua famiglia, Bossi ha negato di aver utilizzato fondi della Lega per la ristrutturazione della villa di Gemonio. «E' falso», ha detto. «Hanno sbagliato a rifare il balcone che perdeva acqua, abbiamo chiamato uno della Lega bergamasca, il quale è venuto e ha detto mando mio cugino che ha una impresa: la colpa è nostra». Questo perché, ha spiegato Bossi «lui è un tipo che da tanto non si faceva vivo e non ha mandato la fattura, può darsi che lo ha fatto da un'altra parte, però vediamo, ci sono molti lati oscuri...».

Roma è padrona e ladrona - Secondo il suo fondatore, «la Lega è sotto l'occhio non solo di Roma farabutta che ci ha mandato questo tipo di magistrati, ma è sotto l'attenzione anche della militanza, quindi bisogna fare le cose giuste». Il momento è nero, ma Bossi non ha rinunciato a rincuorare i suoi con uno slogan indipendentista: l'Italia, ha sostenuto «è uno Stato che non riuscirà mai ad essere democratico. Roma è padrona e ladrona e quindi il nord deve prendere in seria considerazione di mandarli tutti a quel paese».